Evento (Spettacoli) inserito in archivio il giorno 14/07/2021
Proseguono gli appuntamenti della sesta edizione di FESTIL_Festival estivo del Litorale, l'unico festival di prosa del Friuli Venezia Giulia riconosciuto e sostenuto dal MiC, diretto da Alessandro Gilleri, Tommaso Tuzzoli, e Katja Pegan. Dopo il successo dello scorso anno con "Gli sposi", Elvira Frosini e Daniele Timpano fanno ritorno a FESTIL giovedì 15 luglio (ore 21.00) per portare sul palco del Teatro San Giorgio a Udine "Acqua di colonia", uno spettacolo da loro scritto, diretto e interpretato. "Acqua di colonia", prodotto da Gli Scarti e Kataklisma teatro con il contributo produttivo di Romaeuropa Festival, Teatro della Tosse e Accademia degli Artefatti, arriva a FESTIL con il sostegno del Comune di Udine e in collaborazione con Teatro Contatto Blossoms/Fioriture.
Definito dalla critica "uno degli spettacoli più intelligentemente politici degli ultimi anni", Frosini/Timpano guarda il presente per capire il passato e spia il passato per motivare il presente, con la vena graffiante che da sempre contraddistingue il suo percorso artistico.
In "Acqua di colonia" il duo decide di far saltare a uno a uno gli stereotipi che incastrano l'individuo nella lettura dell'altro, per comprendere la xenofobia dilagante del presente attraverso la demistificazione di luoghi comuni annidati nel racconto della Storia. Una storia rimossa e negata, quella del colonialismo italiano, che dura 60 anni e inizia già nell'Ottocento, ma che nell'immaginario comune si riduce ai 5 anni dell'Impero Fascista.
«Cose sporche sotto il tappetino, tanto erano altri tempi, non eravamo noi, chi se ne importa. È acqua passata, acqua di colonia, cosa c'entra col presente? - domandano sarcasticamente Frosini/Timpano - Eppure ci è rimasta addosso come carta moschicida, in frasi fatte, luoghi comuni, nel nostro stesso sguardo. Vista dall'Italia, l'Africa è tutta uguale, astratta e misteriosa come la immaginavano nell'Ottocento; Somalia, Libia, Eritrea, Etiopia sono nomi, non paesi reali, e comunque "noi" con "loro" non c'entriamo niente; gli africani stessi sono tutti uguali. E i profughi, i migranti che oggi ci troviamo intorno, sull'autobus, per strada, anche loro sono astratti, immagini, corpi, identità la cui esistenza è irreale: non riusciamo a giustificarli nel nostro presente. Come un vecchio incubo che ritorna, incomprensibile, che ci piomba addosso come un macigno». Il processo di scrittura ha visto la consulenza di Igiaba Scego. Scene e costumi sono di Alessandra Muschella e Daniela De Blasio, il disegno luci di Omar Scala.
cs
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