Dal 14 febbraio al 13 marzo 2011 al Teatro Eliseo di Roma, Riccardo Scamarcio e Deniz Ozdogan in ROMEO E GIULIETTA di William Shakespeare, traduzione e adattamento di Fausto Paravidino e Valerio Binasco, regia di Valerio Binasco news inserita su spaghettitaliani da Associazione Spaghettitaliani
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Evento (Spettacoli) inserito in archivio il giorno 18/02/2011

Dal 14 febbraio al 13 marzo 2011 al Teatro Eliseo di Roma, Riccardo Scamarcio e Deniz Ozdogan in ROMEO E GIULIETTA di William Shakespeare, traduzione e adattamento di Fausto Paravidino e Valerio Binasco, regia di Valerio Binasco

 

immagine in primo piano

TEATRO ELISEO
14 febbraio - 13 marzo 2011
Riccardo Scamarcio - Deniz Ozdogan
ROMEO E GIULIETTA
di William Shakespeare
traduzione e adattamento di Fausto Paravidino e Valerio Binasco

con Antonio Zavatteri, Filippo Dini, Fabrizio Contri
Andrea Di Casa, Lisa Galantini, Simone Luglio,
Gianmaria Martini, Giampiero Rappa,
Nicoletta Robello, Roberto Turchetta, Fulvio Pepe
e con Milvia Marigliano

scene - Carlo De Marino
costumi - Sandra Cardini
luci - Pasquale Mari
musiche originali - Arturo Annecchino
regista collaboratore - Nicoletta Robello

regia Valerio Binasco

produzione
Nuova Teatro Eliseo/ Compagnia Gank
in collaborazione con Gloriababbi Teatro

Il 14 febbraio al Teatro Eliseo di Roma, debutta in prima nazionale Romeo e Giulietta di William Shakespeare (traduzione e adattamento di Fausto Paravidino e Valerio Binasco) con la regia di Valerio Binasco. Protagonisti dello spettacolo sono Riccardo Scamarcio e Deniz Ozdogan. Insieme al loro sul palcoscenico Milvia Marigliano, Antonio Zavatteri, Filippo Dini, Fabrizio Contri, Andrea Di Casa, Lisa Galantini, Simone Luglio, Gianmaria Martini, Giampiero Rappa, Nicoletta Robello, Roberto Turchetta, Fulvio Pepe. Le scene sono di Carlo De Marino, i costumi di Sandra Cardini le luci di Pasquale Mari, le musiche originali di Arturo Annecchino.
Romeo e Giulietta è il quarto spettacolo firmato da Valerio Binasco prodotto dal Teatro Eliseo.
Così si riavvicina al Bardo (suo autore 'assoluto'), Valerio Binasco, uno dei più apprezzati registi della nuova generazione, che di recente si è soprattutto confrontato con la drammaturgia contemporanea (N. Ginzburg, J. Fosse, F. Paravidino). Nel suo stile considerato "naturalistico", c'è sempre l'irruzione dell'inatteso, del ludico, e del sorprendente. Tutto dentro una forma di poesia e di profondità che negli anni hanno creato attesa per sue le direzioni e, spesso, anche per le sue interpretazioni. In questo caso però Binasco sarà solo alla regia del testo d'amore e morte più classico della drammaturgia mondiale: nel ruolo del protagonista, al suo debutto assoluto a taetro, ci sarà un vero divo cinematografico come Riccardo Scamarcio, che dopo anni di successi sul grande schermo ha scelto qui di misurarsi con il teatro. Scamarcio come Romeo di oggi che incontra la Giulietta Deniz Ozdogan, attrice turca ma impegnata in Italia da anni. Accanto ai due protagonisti si muove un cast di attori eccezionali molti dei quali hanno già in passato lavorato con Valerio Binasco. Alcuni membri della compagnia dello spettacolo fanno parte tra l'altro di due realtà teatrali indipendenti tra le più interessanti del panorama artistico italiano, la Compagnia Gank (Antonio Zavatteri e Lisa Galantini) e la Gloriababbi Teatro (Filippo Dini, Giampiero Rappa e Andrea Di Casa), che sono state coinvolte nell'operazione anche da un punto di vista produttivo.
Lo spettacolo Romeo e Giulietta è accompagnato da una importante novità: intorno alla sua nascita è stato costruito un film documentario, con la regia di Paolo Santolini, prodotto da Teatro Eliseo e Magnolia in collaborazione con Raicinema. Si tratta di un film sperimentale: il teatro filmato, dentro e fuori la scena, è considerato un "oggetto quasi impossibile" in Italia e non solo. Tuttavia la popolarità del testo e del suo autore, la straordinarietà dei talenti artistici coinvolti in questa mise en scène, e il contesto politico-culturale italiano attuale, rendono un film utile e necessario. Dal primo all'ultimo giorno di prove, fino al debutto al Teatro Eliseo di Roma, il film racconta il lavoro e la vita degli attori e del regista, il loro cambiamento, le loro emozioni: le paure e gli entusiasmi di chi ha scelto di misurarsi con il dramma teatrale che è "la più grande e persuasiva celebrazione dell'amore romantico" nella letteratura occidentale. Pur essendo il progetto destinato al mercato televisivo, Teatro Eliseo e Magnolia intendono garantire al film una distribuzione cinematografica e homevideo, affinché massima sia la fruizione su tutto il territorio nazionale. Il film parteciperà alle selezioni dei maggiori festival italiani.

"Romeo e Giulietta" è un punto di snodo importante, per molti motivi. Innanzitutto perché, insieme a tutto il progetto artistico e produttivo della stagione in corso, segna un passaggio importante nella ricerca artistica che l'Eliseo porta avanti per trovare le strade di quello che mi viene da definire, sperando di non essere frainteso, un "nuovo teatro popolare": un Teatro cioè che coniughi con naturalezza la grande qualità, l'arte e il pubblico. Quel Teatro che era negli anni '50 e '60 nelle mani di artisti dell'importanza di Eduardo e Luchino Visconti, quel Teatro che ora per noi è un obiettivo. In secondo luogo, "Romeo e Giulietta" segna una tappa fondamentale nel rapporto costruito dall'Eliseo con Valerio Binasco: quarto spettacolo insieme, primo spettacolo shakespiriano. Un rapporto fruttuoso, stimolante, dialettico che ci ha portato finalmente nelle braccia di un grande classico. Inoltre, "Romeo e Giulietta" diventa il punto di incontro di mondi diversi, di attori con storie che non si sarebbero mai incrociate: Riccardo Scamarcio, star cinematografica, Deniz Ozdogan, attrice che viene dalle tavole del palcoscenico, alcuni membri della compagnia Gank di Genova (Antonio Zavatteri, Lisa Galantini), che contribuisce anche produttivamente allo spettacolo, altri, membri di Gloriababbi Teatro (Giampiero Rappa, Filippo Dini, Andrea Di Casa), Milvia Marigliano nei panni della balia, Fabrizio Contri, Fulvio Pepe, Simone Luglio che già avevano lavorato con l'Eliseo, e alcuni nuovi ingressi nella squadra dell'Eliseo (Gianmaria Martini, Roberto Turchetta)."Romeo e Giulietta" sarà anche, in qualche modo, un film: il Teatro Eliseo, insieme a Rai Cinema e Magnolia, ha seguito dal primo giorno di prove tutta la costruzione dello spettacolo,inventando, con la direzione di Paolo Santolini (regista e creatore dell'operazione), una storia, la storia di una compagnia che si riunisce e mette in scena "Romeo e Giulietta". Dove ci porterà tutto questo facciamo fatica a capirlo: la mancanza di una visione della politica culturale del nostro Paese ci lascia perplessi e attoniti, i tagli rischiano di mettere in ginocchio definitivamente il sistema culturale italiano. Per ora, noi rilanciamo, e rilanciamo nella direzione, ancora una volta, di porre il Teatro Eliseo come una realtà di riferimento nel panorama produttivo e artistico italiano, orgogliosi di essere sempre il più importante teatro stabile privato (di interesse pubblico?) del Paese.
Massimo Monaci
(direttore del Teatro Eliseo)

Note di regia
È quasi tutto troppo con Shakespeare. E Romeo e Giulietta ha persino un troppo in più. È un'opera così famosa che è impossibile sfuggire al già visto. In più mi accorgo che del testo mi piacciono soprattutto cose marginali: i personaggi secondari, il tono da commedia, il provincialismo italiano (di cui Shakespeare non sapeva nulla, certo, ma come non pensarci quando vedo quei poveri giovinastri Capuleti e Montecchi che si aggirano per Verona, nella nebbia, nel 'niente da fare' delle province del nord, determinati in modo quasi scientifico a diventare gretti e imbecilli come i loro genitori, antesignani illustri dei poveri baldi padani odierni ... ? ). Insomma la cosa che più mi attira in Romeo e Giulietta è la crudeltà, spesso involontaria ma ancor più spesso consapevole, che nasce dall'imbecillità umana. A parte i due protagonisti, in qualche modo 'salvati' dall'innamoramento, e dall'innamoramento convertiti al pacifismo, tutti gli altri si muovono minacciosi e vittoriosi verso il domani dell'umanità. Che è il nostro oggi, ahimè. Abbiamo visto tutti che bella carriera hanno fatto e stanno facendo nella Storia gli imbecilli violenti, e quale pessima gli innamorati pacifisti. Se la morte dei due innamorati doveva servire a placare gli animi, secondo le teorie di René Girard, allora ci troviamo dinnanzi a due capri espiatori. All'epoca di Shakespeare è probabile che lo shock morale della morte di due innocenti fosse sufficiente a fermare un'escalation di stragi. Oggi non funziona più. I capri ammazzati son capri morti e basta, di espiatorio non si vede nulla. Ma forse anche le famiglie di Romeo e Giulietta si salvano dalla strage reciproca ma non dall'accidia che fa fermentare il nulla e il vuoto della provincia (le statue d'oro dei figli al termine della tragedia cosa risolvono?). E di questi climi di provincia ho un'esperienza personale, che porterò. Anzi, qualcuno che vuol bene al mio lavoro, mi ha detto che in qualche modo io continuo a provare a fare Checov, magari anche Maupassant, nei miei spettacoli. Sono d'accordo con lui. A onor del vero qualcosa di simile me l'ha detta anche qualcuno che non vuole bene al mio lavoro. Sono d'accordo anche con lui. Vedremo che succederà. Con Shakespeare non si può prevedere nulla. Intanto mi sono procurato degli attori fantastici, e avrò al mio fianco Sandra Cardini, il mio Ariel prezioso che non ha paura dei troppi della vita e dell'arte.
Valerio Binasco

Valerio Binasco
È uno degli attori-registi teatrali più apprezzati della "nuova" generazione: diplomato presso la Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova nel 1988, dove ha iniziato a lavorare come attore con Marco Sciaccaluga, Valerio Binasco ha collaborato ai progetti artistici di Franco Branciaroli e per molti anni ha lavorato con Carlo Cecchi. Ha ricevuto il Premio Linea d'ombra e il Premio Ubu quale miglior attore giovane per l'interpretazione di Amleto (proprio per la regia di Carlo Cecchi) ed è stato prescelto quale vincitore per i Premi Olimpici del Teatro e per il Premio Ubu per Edipo a Colono (miglior attore non protagonista, regia di Mario Martone). Con Cecchi ha interpretato anche il ruolo di Clov nello spettacolo (premio Ubu) Finale di partita di Beckett. Lavora anche per il cinema, ricordiamo: Lavorare con lentezza di Guido Chiesa, Texas di F. Paravidino, La bestia nel cuore di C. Comencini, ed è stato tra i protagonisti del film di F. Ozpetek Un giorno perfetto del film (cinema e tv) e de Il sangue dei vinti dal libro di Pansa con la regia di Soavi. Alterna l'attività di interprete e di regista, e anche nel secondo ruolo ha meritato molti riconoscimenti: tra gli spettacoli da lui diretti citiamo La chiusa di Conor Mcpherson, Il cortile di Spiro Sciamone, Cara Professoressa di Ludmilla Razumovskaja, Ti ho sposato per allegria di Natalia Ginzburg. Nelle ultime stagioni ha messo in scena la trilogia dell'autore norvegese Jon Fosse: Qualcuno arriverà al Teatro Stabile di Genova, E la notte canta al Teatro di Roma e Un giorno d'estate prodotto dal Teatro Eliseo di cui è regista stabile per il triennio 2009-2011 e per il quale nel 2009 ha diretto e interpretato insieme a Maria Paiato anche L'intervista di Natalia Ginzburg. Nel 2010 è coprotagonista con Luigi Lo Cascio del film Noi credevamo di Mario Martone. Sempre nel 2010 apre la stagione Carignano di Torino con Filippo di Alfieri e dirige Ennio Fantastichini e Isabella Ferrari nello spettacolo il Catalogo di Jean Claude Carriére.

 

 

 

 

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