Antonio Rezza all'Altro Teatro di Cadelbosco Sopra (Reggio Emilia) Venerdì 25 febbraio alle ore 21.00 con Pitecus news inserita su spaghettitaliani da Associazione Spaghettitaliani
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Evento segnalato su musica e teatro da:
Associazione Spaghettitaliani



Evento (Spettacoli) inserito in archivio il giorno 21/02/2011

Antonio Rezza all'Altro Teatro di Cadelbosco Sopra (Reggio Emilia) Venerdì 25 febbraio alle ore 21.00 con Pitecus

 

immagine in primo piano

Antonio Rezza a Cadelbosco Sopra con Pitecus

La nervosa comicità di Antonio Rezza arriva all'Altro Teatro di Cadelbosco Sopra. Venerdì 25 febbraio (ore 21.00) lo straordinario attore novarese porterà in scena Pitecus per la regia di Flavia Mastrella e dello stesso Rezza. Pitecus é spettacolo crudele e delicato, analizza i comportamenti umani dal di dentro e li stronca dal di fuori, mette alla berlina chi agisce e chi subisce azioni.
Attraverso l'uso dei quadri di scena i personaggi, facendo capolino dalle varie fessure, si moltiplicano ed alternano e, quando si é in tanti, si é sicuramente più cattivi.
E' uno spettacolo che analizza il rapporto tra l'uomo e le sue perversioni: laureati, sfaticati, giovani e disperati alla ricerca di un'occasione che ne accresca le tasche e la fama, pluridecorati alla moralità che speculano sulle disgrazie altrui, vecchi in cerca di un'identità che li aiuti ad ammazzare il tempo prima che il tempo ammazzi loro, persone che tirano avanti una vita ormai abitudinaria, individui che vendono il proprio corpo in cambio di un benessere puramente materiale, esseri che viaggiano per arricchire competenze culturali esteriori e superficiali.
Pitecus racconta storie di tanti personaggi, un andirivieni di gente che vive in un microcosmo disordinato: stracci di realtà si susseguono senza filo conduttore, sublimi cattiverie rendono comici ed aggressivi anche argomenti delicati. Non esistono rappresentazioni positive, ognuno si accontenta, tutti si sentono vittime, lavorano per nascondersi, comprano sentimenti e dignità, non amano, creano piattume e disservizio.
I personaggi sono brutti somaticamente ed interiormente, sprigionano qualunquismo a pieni pori, sprofondano nell'anonimato ma, grazie al loro narcisismo, sono convinti di essere originali, contemporanei e, nei casi più sfacciati, avanguardisti. Parlano un dialetto misto, sono molto colorati, si muovono nervosi e, attraverso la recitazione, assumono forme mitiche e caricaturali, quasi fumettistiche.
L'allestimento, di stoffa è una barriera sottile che scorre sul palcoscenico come una pellicola senza movimento. I personaggi si affacciano dalle aperture dei quadri di scena e, chi si affaccia, non é mai completamente innocente.
Gidio è chiuso in casa, Fiorenzo, uomo limbo, sta male fisicamente; il professor Stella, videodittatore dipendente, mostra a migliaia di telespettatori alcuni malati terminali, un padre logorroico non si capacita dell'omosessualità del figlio; Saverio, disinvolto ed emancipato, prende la vita così come viene, cosciente del suo fascino fuggevole. Mirella prega intensamente le divinità per essere assunta alle poste, Roscio, di nome e di fatto, frequenta una nuova compagnia di amici che lo sbeffeggiano a tracotanza. La bella addormentata non prende sonno ed il re, stanco di fasce e capricci, tenta di asfissiare il corpicino bambino. Un giovane studente ha un rapporto conflittuale con la radiosveglia mentre mariti annoiati e lussuriosi vengono rapiti dal fascino indiscreto del solito Saverio, borghese che miete amori ed affitta sentimenti. Un nuovo dibattito a tinte fosche analizza il rapporto uomo-droga, un signore solo e mediocre adotta Fernando Rattazzi a distanza, due ragazzi restano a piedi e sfidano le leggi della sopportazione, uomini che tentano di godersi sprazzi di libertà ma, proprio perché a sprazzi, non la riconoscono più. Giovani handicappati incattiviti e solidali si scagliano contro creato e convinzioni, esseri senza ottimismo dividono il proprio corpo pur mantenendo intatto l'istinto luciferino.
Questi personaggi parlano un dialetto frastagliato e tronco, si muovono nervosetti, fanno capolino dalle fessure e dai buchi dei vasi di stoffa variopinti, i menti e le capoccette pensanti spuntano e si alternano dalle sete, dalle reti e dalla juta dando il senso di quartieri popolari affollati dove il gioco e la fantasia alzano il vessillo dell'incomprensione media. Il quadro di scena è la scenografia mista al costume, ogni storia ha il suo habitat, ogni personaggio un corpetto diverso e mortificato.

Scena e struttura
Per quanto riguarda i quadri di scena, un'operazione di arte applicata alla drammaturgia, essi conferiscono allo spettacolo un linguaggio figurativo che mischia colori e parole.
L'uso dei materiali si rifà all'arte povera anche se un occhio é sempre attento alla moda ed al costume che influenzano mentalità e portamento dei personaggi.
Nei quadri di "Pitecus" prevale il triangolo, figura mistica un po' per tutte le religioni: teste spigolose fingono ragionamenti razionali, spicchi di volto incattiviscono somatismi già di per se malvagi e corruttibili. Colori usati a tinte piatte, gialli, verdi, azzurri, rossi, riportano al mondo dell'infanzia, alle costruzioni, ai giocattoli di legno.

Antonio Rezza è nato a Novara, vive e lavora a Nettuno. Nel 1985, assieme a Mauro Fratini, porta in scena lo spettacolo "Ero un fiore stamattina"[1]. Nel 1987 incontra l'artista e scultrice Flavia Mastrella, con cui instaura un lungo sodalizio artistico. Le loro prime opere teatrali ("Nuove parabole", "Barba e cravatta", "I vichinghi elettronici") ricevono un buon riscontro critico. In questi spettacoli Antonio recita interagendo con l'allestimento creato da Flavia (stoffe colorate con tagli in cui Antonio inserisce il proprio volto dando vita a una serie di personaggi grazie alla sua mimica facciale). Sempre nei primi anni novanta i due artisti producono una lunga serie di cortometraggi e ricevono numerosi premi nelle rassegne di cinema indipendente: primo premio al Fano Festival per il cortometraggio "Suppietij", due Gabbiano d'oro al Festival di Bellaria in due diverse edizioni per i cortometraggi "Il vecchio dentro" e "Confusus", Primo premio Bolzano opere nuove per la "Divina Provvidenza"e il Primo premio a Torino Cinema Giovani per "Il piantone". Cortometraggi e film vengono trasmessi in tv su Rai2 e Rai3 all'interno di programmi come Blob, Fuori Orario, Tunnel e Pippo Chennedy Show. Nel 1996 presentano alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia il primo lungometraggio Escoriandoli. Nel 2002 dirigono il secondo film Delitto sul Po.
Ma Rezza è anche scrittore. Ha pubblicato quattro romanzi: Non cogito ergo digito (1998), Tisquamo (1999), Son[N]o (2005) e Credo in un solo oblio (2007) (Premio Feronia-Città di Fiano 2008), oltre a sceneggiare ed interpretare diverse opere teatrali, tra cui Pitecus (1995), Io (1998), Fotofinish (2004), Bahamut (2006). Tutti editi da Bompiani.

Biglietti: platea e galleria 15 euro (con sconto per i soci arci)

Per informazioni e prevendite: 334 2429041

 

 

 

 

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