Articolo inserito da Eduardo Cagnazzi il giorno 02/12/2022 alle ore 07.58.18
Un vero viaggio sensoriale di odori, sapori e colori quello in passarella al Grand Hotel Vesuvio per la kermesse "BabàNatale by Mulino Caputo" ideata da Antimo Caputo undici anni fa in collaborazione con Dieffe Comunicazione di Carmen Davolo. Tante prelibatezze natalizie reinventate per le festività dalle tracce gastronomiche lasciate dalle denominazioni che si sono susseguite nell'ultimo millennio nel Regno di Napoli, ma anche delle suore che, una volta assolta la cura dello spirito, si dedicavano alla sperimentazione di nuove specialità culinarie dando vita tra il '600 e il '700 ai più bei dolci delle festività. Che servivano anche come merce di scambio: al medico che visitava la suora ammalata, al nobile benefattore.
Proprio sul Babà si sono cimentati i dieci maestri pasticceri che hanno reinterpretato il lievitato d'eccellenza e spesso oggetto di innovazione e variazione, il Babà. Questi i pastry chef in passerella con le loro delizie: il padovano Luigi Biasetto, già campione del Mondo di Pasticceria che ha presentato un petit babà bagnato nel Vin da Viajo prodotto esclusivamente con uve friulane inzuppate in una mousse al cioccolato; Sal De Riso con le sue rosse palline di babà, impastate con frutta di bosco e salsa di lampone; Santi Palazzolo di Cinisi, interprete d'eccellenza della migliore tradizione dolciaria siciliana che ha reinterpretato il babà a forma di savarin all'epoca del regno delle due Sicilie lavorando l'impasto con liquore alle zagare, crema di ricotta centrifugata e buccellato (fichi essiccati) nel passito di Pantelleria. Ancora, il giovane pratese ma già affermato Andrea Sacchetti, figlio d'arte e vincitore del contest "Mille e un Babà" rivisitato per l'occasione con i colori di Babbo Natale, e Fabio Scozzafava, maestro pizzaiolo campano trapiantato a Lucca, autore di un babà al rum con uvetta, senza glutine e lattosio ma con crema chantilly e glassa di panettone con mandorla.
Poi Sabatino Sirica, di San Giorgio a Cremano, decano dei pasticceri, con il suo Babà a forma di albero inzuppato nel mandarinetto e decorato con cassatine; i napoletani Marco Infante con un Babandoro a forma di pandoro con ricotta, semiglassato e ciliegine; Raffaele Capparelli autore di un babà-pandoro lavorato con latte, ricotta e pipette contenenti crema di sciroppo all'amarena. Ancora il napoletano Raffaele Cristiano ha presentato invece un Babà con crema mascarpone, gelèe di caffè e glassa rossa per il copricapo del Babbo Natale. Infine, Salvatore Capparelli che ha pensato invece ad un pandoro-babà ispirandosi alla classica tombola di Natale con tanto di numeretti colorati.
Soddisfatto Antimo Caputo, ad dell'omonimo Mulino: "Rinnoviamo con questa undicesima edizione la tradizione artigianale italiana e napoletana. Il Babà è un dolce per ogni tradizione e stagione, che si può realizzare anche tra le pareti domestiche. Per questo dolce si riconferma Re della Pasticceria napoletana e pertanto va valorizzato anche al di fuori dei confini nazionali".
Eduardo Cagnazzi
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