Articolo inserito da Eduardo Cagnazzi il giorno 07/12/2022 alle ore 12.01.07
Il titolo di Best AVPN resta a Napoli. Il riconoscimento premia infatti Casa de Rinaldi, storico locale nel cuore di Rione Alto a Napoli guidato da Salvatore de Rinaldi e da suo figlio Cristiano. E' questo il risultato che è emerso dal contest ideato e organizzato dall'Associazione Verace Pizza Napoletana al termine di circa un mese di votazioni con continui capovolgimenti di fronte e con il vincitore che l'ha spuntata, come si suol dire, sul filo di lana.
Casa de Rinaldi aggiunge così il suo nome a quello di illustri predecessori come Enzo Coccia di "La Notizia" nel 2014, Ciro Salvo di "50 Kalò" nel 2019 e Attilio Bachetti di "Pizzeria da Attilio" nel 2021. E lo fa in questa edizione 2022, la prima che ha visto come aventi diritto al voto esclusivamente i Maestri Pizzaiuoli affiliati all'Associazione.
Seicento i votanti, distribuiti in tutti i continenti, una giuria davvero unica al mondo. "Best AVPN Pizzeria è un concorso unico al mondo -spiega Antonio Pace, presidente dell'Associazione Verace Pizza Napoletana- con i pizzaiuoli giudicati dai propri colleghi, attraverso dei criteri ben precisi che hanno come base ovviamente la qualità del prodotto ma che tengono conto di tanti altri elementi quali la creatività, il servizio, gli abbinamenti, l'estetica del locale. Ottenere questo premio significa realmente entrare nel gotha della pizza nel mondo".
Più che giustificata quindi la gioia dei proprietari che hanno scoperto, solo all'ultimo secondo, di essere stato proclamati vincitore del contest. "Si tratta di un'emozione immensa -raccontano Salvatore e Cristiano de Rinaldi- un riconoscimento che premia anni di lavoro e di sacrificio e che in qualche modo attesta la bontà del nostro percorso e delle nostre scelte, sempre basate sulla ricerca della qualità e dell'attenzione nei confronti della nostra clientela. Ed è bellissimo ricevere questo premio dalle mani del presidente Pace di AVPN, un'associazione che per tutti noi rappresenta da sempre un preciso punto di riferimento".
E sempre l'Associazione in questi giorni ha reso pubblici i dati di un doppio sondaggio che offre una fotografia nitida dello stato di salute del mondo della pizza. "Doppio" in quanto AVPN ha sottoposto il proprio questionario a centinaia dei suoi affiliati e, al tempo stesso, si è rivolta attraverso i social a un nutrito pubblico di appassionati. Per le due parti, quasi con la stessa percentuale (76.6 per cento per i pizzaioli, 78 per cento per i clienti) a risultare fondamentale è il prodotto. In gioco anche l'estetica del locale, il tempo di attesa e la qualità del servizio in sala.
Ha fatto intanto il giro del mondo la notizia della decisione dell'Unione europea di iscrivere la pizza napoletana tra le STG (Specialità Tradizionali Garantite) con riserva di nome. In pratica la norma sancisce il divieto di utilizzare il termine "pizza napoletana" laddove il prodotto non sia conforme al disciplinare di produzione registrato sotto il marchio STG.
"Si tratta di una questione complessa -commenta ancora Pace- che richiede i giusti approfondimenti che consentano a tutti, noi pizzaiuoli per primi, di comprenderne appieno la portata e il significato. Che dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea ci siano state molte dichiarazioni spesso in contraddizione tra loro, testimonia La delicatezza del tema. Che va studiato con attenzione per esaminare tutti i risvolti, evitando che rimangano zone d'ombra che offrano il fianco a diverse interpretazioni".
Eduardo Cagnazzi
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