Articolo inserito da Luigi Farina il giorno 06/06/2021 alle ore 20.27.02
PEEP ART
(Sbircia l'Arte)
"Una vetrina spenta. Un malinconico manifesto della realtà congelata in cui il Virus ci ha precipitato. Ecco però che l'Arte si prende gli spazi abbandonati, li ribalta, li cura, li trasforma in luoghi di resistenza. E lo fa nelle forme a lei congeniali: semplici, iconiche, bizzarre, trasgressive"
Giovedì 3 giugno 2021 alle ore 16.00 in via dei Serragli 75 a Firenze si è tenuta l'inaugurazione di un nuovo contenitore di arte concepito durante il periodo di lockdown ma con valenza innovativa non limitata al periodo emergenziale.
PEEP ART è una installazione urbana costituita da un foro praticato nei pannelli neri, coerenti all'iconografia dei Peep Show che oscurano una vetrina. Al di là del foro uno spazio con pareti bianche, video-immersivo, "abitato" da una persona. Gli spettatori, uno alla volta, potranno "sbirciare" lo spazio attraverso il foro nei pannelli.
In questa prima messa in opera i vari ambienti virtuali sono stati interpretati da altrettanti performer. Ogni video-ambiente è realizzato da autori diversi su di una matrice concettuale comune ma differenziata.
L'iniziativa, attiva il giorno 3 dalle 16.00 alle 22.00, è proseguita nei giorni 4 e 5 nello stesso orario.
In queste tre giornate, giovani artisti fiorentini, rimasti senza palcoscenico, hanno avuto l'opportunità di esprimersi "abitando" la stanza. Il pubblico ha potuto goderne senza biglietti, senza impegno, dalla strada. In rapporto simbiotico con lo spazio abbandonato, devitalizzato-rivitalizzato.
Morbosità, curiosità, trasgressione, energia, amore, fluiranno dal foro nella vetrina, nei due sensi di percorrenza.
Da Firenze al tempo stesso glorificata e incatenata alla "Culla del Rinascimento" parte un contenitore artistico che ha l'ambizione di diventare un network globale, preview di "15minutestage".
Che uno, cento, mille Peep Art riaccendano le vetrine spente nel mondo.
Peep Art è un format artistico ideato da:
Maurizio Baldini Gianluca Bianchini Jacopo Rachlik
Segreteria Organizzativa:
Marta Iozzelli
info@peep-art.it
www.peep-art.it
FUCK COVID, LIVE ART
Una vetrina spenta. Un malinconico manifesto di questa realtà congelata in cui il Virus ci ha precipitato. Ecco però che l'Arte si prende gli spazi abbandonati, li ribalta, li cura, li trasforma in luoghi di resistenza.
E lo fa nelle forme a lei congeniali: semplici, iconiche, bizzarre, trasgressive.
PEEP ART, Sbircia L'Arte.
Senza biglietti, senza impegno, dalla strada. In rapporto simbiotico con lo spazio abbandonato, devitalizzato-rivitalizzato.
Un cubo bianco rivestito di immagini dove l'artista espone sé stesso e viene guardato da un foro.
Morbosità, curiosità, trasgressione, energia, amore, fluiscono dal foro nella vetrina, nei due sensi di percorrenza.
Che uno, cento, mille Peep Art riaccendano le vetrine spente nel mondo.
Fuck Covid!
Concept
PEEP ART è una installazione urbana di ricerca introspettiva costituita da un foro su di una vetrina nera sulla strada. Al di là del foro vi è una stanza video-immersiva "abitata" da una persona.
In questa prima messa in opera, in momenti diversi della giornata, vari ambienti virtuali sono interpretati da altrettanti performer. Ogni ambiente è realizzato da autori diversi su di una matrice concettuale
comune ma differenziata.
L'atto di sbirciare gli altri diventa quindi anche un atto psico-magico in cui si finisce per guardare dentro sé stessi. Tutti noi siamo molto più simili dentro che fuori. L'interiorità è il territorio dove non dobbiamo
difendere un'apparenza, non dobbiamo contrapporci a nessuno se non a noi stessi. Siamo tutti ugualmente soli quando siamo dentro.
Nel momento in cui le forze creative non trovano uno sbocco espressivo in un territorio congelato e socialmente impraticabile, esse non possono che ripiegarsi nell'introspezione creativa. Regredire nella propria
interiorità e ripensare le radici del proprio bisogno espressivo, del senso di ciò che si fa e si dice al mondo. Riprendere consapevolezza del
processo di emersione dell'identità e ripensare la ricerca creativa del se.
Il foro nella vetrina diventa quindi una breccia meta-fisica da cui guardare dentro quel caos ordinato/confuso luminoso/buio
costruttivo/distruttivo che abita l'interiorità. Un buco nella membrana ancorché permeabile che isola l'interno dall'esterno, il velo di maya che divide l'apparenza dall'essenza.
Un po' come guardare gli ingranaggi dell'anima.
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