Pomodorino del piennolo del Vesuvio: stop alle frodi con la risonanza magnetica nucleare articolo inserito su spaghettitaliani da Eduardo Cagnazzi
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Articolo inserito da Eduardo Cagnazzi il giorno 20/09/2021 alle ore 18.41.01

Pomodorino del piennolo del Vesuvio: stop alle frodi con la risonanza magnetica nucleare

 

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Stop ai disonesti che spacciano come pomodorino del Vesuvio dop quello coltivato in altre aree della regione. I produttori non ce la fanno più e dichiarano guerra al prodotto coltivato al di fuori dell'area vesuviana ma spacciato come tale.

Lo fanno grazie attraverso una misura del Pon Campania finanziata con risorse del Psr che rende concreto il progetto Tomato Trace 4.0 dell'Università Federico II, dell'azienda agricola Sapori Vesuviani e del Consorzio di tutela del pomodorino del piennolo dop che raggruppa i produttori di diciassette comuni dell'area vesuviana.

La risonanza magnetica nucleare determinerà con precisione la struttura molecolare del terreno lavico all'interno dell'area dop (costiera, Monte Somma e versante nolano) e, quindi, la tracciabilità e la qualità morfologica. Il progetto, presentato a margine di "Eruzioni del Gusto", è nato "sulla spinta dei produttori stanchi di vedere spacciato come pomodoro del piennolo quello coltivato altrove", ha affermato Pasquale Imperato, titolare dell'azienda agricola Sapori Vesuviani. "Attraverso la risonanza magnetica - ha affermato l'imprenditore agricolo - sarà possibile smascherare i disonesti che spacciano per piennolo il pomodoro coltivato in altre zone, diventando così un prezioso alleato sia contro le frodi alimentari, sia nella difesa delle specificità alimentari del territorio".

Tomato Trace controllerà dunque non solo i terreni e le sostanze individuate, ma soprattutto il prodotto finale che trova la sua sede naturale nel Parco nazionale del Vesuvio, un territorio ad alta vocazione agricola che dà origine a numerosi prodotti certificati. "È un territorio che offre una gamma di tipicità tra le più ampie in Italia per la sua combinazione di condizioni pedoclimatiche ideali: la natura dei suoli e terreno asciutto, collinare ma di natura vulcanica e quindi ricco di elementi minerali naturali, tra cui calcio, fosforo, zolfo e potassio. A completare questo miracolo della natura - aggiunge Imperato - concorrono poi il clima mite e soleggiato, beneficamente influenzato dalla brezza del mare. Adesso è giunta l'ora di rilanciare quest'eccellenza tipicamente vesuviana".


E al rilancio pensano anche altri comparti della gastronomia. Lo sottolinea Antonio Gentile, direttore commerciale del pastificio D'Aniello: "Se la crisi pandemica ha frenato il turismo, quello legato al gusto delle tipicità locali si sta rilevando una delle leve di rilancio. Noi, tuttavia, non siamo stati fermi. Abbiamo sottoscritto un accordo di filiera con le aziende foggiane Minicozzi e Mulino Balletta con lo scopo di esaltare ancora di più la nostra produzione contrassegnata dalla Igp. "Eruzioni del Gusto" è stata l'occasione per presentare questa iniziativa e sottoscrivere accordi commerciali con i principali buyer".


E a Pietrarsa alle falde del Vesuvio, non poteva non mancare l'olio della terra vulcanica locale. "Coltiviamo sui terreni lavici con metodo biologico le varietà frantoio, leccino e carpellese che, arricchiti dal substrato vulcanico, danno la massima esaltazione al prodotto", spiega Ciro Punzo, responsabile commerciale dell'azienda olivicola Punzo. "La nostra forza sta proprio nella cultura della terra che si tramanda di generazione in generazione dagli anni '40. Non abbiamo mai avuto paura di sporcarci le mani di terra e di sudore e di controllare ogni singolo procedimento".

Eduardo Cagnazzi


 

 

 

 

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