''Tony May''... il Guru della Ristorazione Italiana in America articolo inserito su spaghettitaliani da Patrizia Zinno
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Articolo inserito da Patrizia Zinno il giorno 24/09/2016 alle ore 17.59.38

''Tony May''... il Guru della Ristorazione Italiana in America

 

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La sua vita, la sua magica storia, quella di Tony May...... il GURU della Ristorazione Italiana in America.
Nato a Torre del Greco, primo di otto figli di un capitano di Marina e partì giovanissimo per l'America, in condizioni di povertà per un Paese che quasi nulla sapeva di cucina italiana e che proponeva sapori e piatti completamente differenti.
A quei tempi c'erano solo tre possibilità per vivere: lavorare il corallo, navigare o emigrare...Tony è emigrato.
Un periodo che tutti gli Italiani partivano, costretti a vivere con difficoltà e spesso con il dolore di stare lontano dalla propria terra e dalla famiglia.
La tavola rappresentava una rifugio da ricordare, il calore del focolare ma soprattutto la bontà delle tradizioni italiane.
Col tempo, la cucina italiana in America è divenuta un grande business: libri, tv, siti web oggi la celebrano in tutti i modi e quasi tutti i nomi italoamericani dello star system possiedono un ristorante tricolore: da Francis Ford Coppola a Lady Gaga, da Sylvester Stallone a Robert De Niro, da Danny DeVito a Hulk Hogan.
A Manhattan, Tony iniziò a lavorare come cameriere al Rainbow Room, 65esimo piano del Rockefeller Center e nel marzo del '64, è già maitre di sala, quattro anni dopo, direttore del ristorante.

Dopo circa dieci anni e ne rileva la proprietà, nel 1986 apre il "Palio", due anni dopo il "San Domenico" a cui il New York Times regala subito tre stelle, la prima volta per un locale italiano.
Nel 1997 arrivano "Gemelli e Pasta Break" alle Twin Towers, distrutti l'11 settembre,e si adoperò in prima persona per nutrire e sostenere coloro che prestarono soccorso.

Nel 2008 San Domenico fu costretto a chiudere e May apre SD26 a Madison Square Park, in quella che stava diventando una piazza "polo della buona cucina" SD26 è uno dei migliori e più famosi ristoranti italiani di New York. Premiato molte volte da istituzioni sia americane che italiane per il suo talento ed il suo impegno nell'imprenditoria culinaria, papà di diversi ristoranti a New York, autore di un libro di successo dal titolo "Italian Cuisine: Basic Cooking Techniques", Tony May è a tutti gli effetti un ambasciatore della cucina italiana negli Usa. Un perfetto ponte di collegamento fra Italia e Stati Uniti.

L'America si è innamorata facilmente di una cucina italiana facile da preparare a casa, conveniente e molto gustosa e con il passare degli anni la cucina si è evoluta con l'arrivo di nuovi immigrati, che hanno portato nuove idee, nuovi prodotti e hanno iniziato ad usare i forni a legna.
Gli americani hanno così imparato a conoscere la focaccia, la mozzarella di bufala, la bottarga, il tartufo bianco e molti altri meravigliosi prodotti italiani, ma soprattutto hanno scoperto l'olio extra vergine di oliva: in pratica hanno potuto apprezzare che la cucina italiana è più in linea con i valori nutrizionali di un consumatore moderno che vuole mangiare bene, magro, gustoso e sano.
Sulla base di questi principi il consumatore americano ha fatto della cucina italiana quella più popolare in America.
Gli anni '70 e primi anni '80 hanno visto anche l'arrivo di una nuova ondata italiana di chef e di operatori del settore: imprenditori come Aldo Bozzi, Pino Luongo, Mauro Vincenti, Piero Selvaggio, Roberto Ruggeri, Francesco Antonucci, Lidia Bastianich e chef come Valentino Marcattilii, Pierangelo Cornaro, Angelo Paracucchi, Andreas Hellrigl, Adriano Zanotti, Sandro Fioriti, Sergio Mei.
Questi nuovi grandi professionisti hanno sostituito i loro predecessori: insieme con autori come Marcella Hazan, Giuliano Bugialli e altri, hanno contribuito ad informare gli americani sul cibo italiano, avviando e implementando con successo il processo di miglioramento della percezione dei consumatori statunitensi.

Oggi il Guru della cucina italiana in America ha venduto la sua ultima creazione SD26 a John Doherty, ex executive chef del Waldorf Astoria, dopo oltre 50 anni passati quasi per meta' alla Rainbow Room.
Ha 77 anni e alcune volte ha pensato di lasciare l'America, ma non il food business.

Tra i suoi piani c'e' quello di aprire una scuola di cucina in Marocco, il paese di origine di sua moglie.
E' un uomo esplosivo che ama la sua Italia ed il suo lavoro al quale ha dedicato tempo, pazienza studio e comprensione per far capire alla gente la cultura della tavola, che rappresenta uno dei piaceri più interessanti e piacevoli della vita.
Non vuole che la cucina italiana venga "americanizzata" in quanto potrebbe rischiare di perdere il suo gusto.
Dice Tony: ''in un mondo in rapida evoluzione dove tutto è globale, abbiamo bisogno di mantenere identità e cultura.
Se l'Italia lo farà, certamente ci aiuterà a fare la nostra parte qui in America.''

24 settembre 2016
di
P.Zinno

 

 

 

 

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