Secondo una leggenda greca, Bacco da giovane, in viaggio verso Nasso, vide una piccola pianta a lui sconosciuta. Staccata dal terreno la mise con un po' di terra in un osso di uccello, durante il viaggio la pianta cresceva a dismisura, tanto che dovette prima spostarla in una tibia di leone, e poi in una mascella d'asino.
Giunto a destinazione il dio piantò con cura quello che ormai era diventato un arbusto, da esso nacquero dei grappoli succulenti, spremuti i quali ottenne il primo purpureo dolcissimo vino.
Questa leggenda simboleggia gli effetti progressivi del vino sull'uomo, dapprima leggero e canterino come un uccello, poi ardito come un leone, infine cocciuto e tonto come un somaro.