Qualche giorno fa, rovistando fra vecchie fotografie, ne ho trovata una che risale al 1974, scattata durante il concerto dei Tempest al Teatro Biondo di Palermo.
Vedere questa foto mi ha fatto fare un salto indietro nel tempo, quando seguivo con passione la mia voglia di conoscenza nel campo musicale. A quei tempi non era facile come adesso, non esisteva ancora Internet, e le uniche fonti per informarsi erano le riviste specializzate, i dischi, rigorosamente in vinile, e i concerti, di cui non ne perdevo uno, spaziando fra il Rock e il Jazz, senza dimenticare la Sinfonica e la Classica.
Così ho avuto la fortuna di assistere ai concerti di Duke Ellington con la sua orchestra, di Charlie Mingus, di Frank Zappa, dei Black Sabbath con Ozzy Osbourne, dei Colosseum, dei Soft Machine, del primo Battiato, degli Area con Demetrio Stratos, di Aretha Franklin, di Joan Baez, e tanti altri.
In questa foto sono ripresi, come ho detto all’inizio, i Tempest, nella loro ultima formazione prima di sciogliersi, terzetto che spaziava fra il jazz rock e il progressive rock, fondato dal batterista John Hiseman, scomparso nel 2018 a 74 anni, che avevo già ammirato un paio di anni prima con i Colosseum, percussionista pulito e raffinato, capace di trascinare con i suoi lunghi assoli, della durata anche di 40-45 minuti, accompagnato dal fedele Mark Clarke, al basso e alla voce, anch’esso reduce dei Colosseum, e da Ollie Halsal, anch’esso scomparso alla giovane età di 43 anni negli anni ’90, alla chitarra e al sintetizzatore.
Ripensando a quegli anni posso ben dire di essere stato fortunato a vivere momenti musicali unici e forse irripetibili.
Luigi Farina