Non sono una poetessa, nè un’artista, nè una scrittrice, ma una semplice donna i cui natali sono stati in una delle città più belle, care e pittoresche del mondo: Napoli, esattamente nell’anno 1958.
Della mia città tra bellezze, ricchezze e povertà si è descritto di tutto. Essa è nà cartullina, con la montagna che ogni mattina al suo primo albore mi porta ispirazione, e giù il golfo di Mergellina con le barche che rientrano dalla pesca. Più su c’è Posillipo con la sua splendida veduta fino a Sorrento. Inoltre, non vanno dimenticati i quartieri con i famosi bassi, case un tempo abitate da persone povere, ma oggi per lo più adibite a pizzerie storiche o osterie, dove si può degustare anche l’ormai noto street food napoletano. Il fracasso dei motorini dei più giovani rompono l’armonia delle canzoni antiche che hanno fatto conoscere il bel canto dei nostri noti autori nel mondo.
Napoli ha grandi ricchezze artistiche come la statua del Cristo velato nella Cappella Sansevero, o come la statua di San Gennaro, patrono della nostra città.
Pino Daniele, grande autore, nella canzone “Napule è” descrive attentamente tutto ciò che Napoli offre della cultura:
“…Napule è a voce de’ criature
Che saglie chianu chianu
E tu sai ca’ non si sulo
Napule è nu sole amaro
Napule è addore e’ mare
Napule è na’ carta sporca
E nisciuno se ne importa
E ognuno aspetta a’ sciorta..”
Con queste parole il grande interprete Pino Daniele ci ha regalato la bellezza e l’amarezza della nostra città eterna, Napoli.
Angela Viola