Come ho conosciuto Franco Battiato

Alla fine degli anni ’60 il panorama musicale era costellato da tanta sperimentazione. Gli artisti andavano alla ricerca di nuove strade, e chi, come me, ascoltava tutto quello che era nuovo o con le nuove uscite discografiche o con i concerti dal vivo.

Proprio in quel periodo si sparse la voce, fra noi appassionati, che un nuovo musicista catanese avrebbe fatto un concerto al pensionato universitario.

Incuriosito, mi organizzai con un paio di amici, anch’essi appassionati come me, e andai a vedere il concerto.

Come avrete capito si trattava di quello che sarebbe diventato da li a poco un grande sperimentatore di nuovi linguaggi musicali: Franco Battiato.

Al concerto eravamo presenti qualche decina di spettatori, che come me non conoscevano ancora Battiato, erano solo arrivate voci che si trattava di un musicista appartenente a quella corrente che prendeva il nome di Avanguardia.

All’ora stabilita si presentò sul palco un giovane che poteva avere poco più di 20 anni, magrissimo accompagnato da una pianola elettrica.

L’artista si presentò da solo, e concluse dicendo che avremmo potuto ascoltare la sua musica in qualsiasi modo, anche sdraiati per terra, ma in massimo silenzio.

Detto questo, si sedette davanti alla pianola e iniziò a suonare.

La musica che uscì dalle sue mani era dolce e pacata, mai violenta, molto interessante e piacevole da ascoltare.

Dopo qualche minuto, i presenti vollero dare il loro assenso con un applauso. A questo punto Battiato interruppe l’esecuzione, si alzò, si voltò verso il pubblico e fece un inchino di ringraziamento, per poi risedersi ed iniziare nuovamente a suonare. E così fu per tutto il concerto, appena si sentiva un rumore o anche un accenno di applauso, si fermava e ringraziava, fino alla fine del concerto, quando ci ringraziò sempre in maniera molto pacata.

Fui molto colpito da questo artista “amante del silenzio” e seguii i suoi primi passi nella sua prima sperimentazione, acquistando anche i primi suoi due album, Fetus e Pollution, assistendo ai concerti che fece a Palermo per la loro presentazione.

Così conobbi quello che sarebbe diventato uno dei più grandi artisti del patrimonio musicale internazionale.

Luigi Farina

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