Articolo inserito da Eduardo Cagnazzi il giorno 25/10/2021 alle ore 11.59.07
Sgambaro, la pasta?
Impossibile rinunciarvi.
Per otto italiani su dieci "mette buon umore"
Un piatto di pasta può fare la felicità? Sembra di sì. Per 8 italiani su 10 la pastasciutta è una portata che "sa mettere di buon umore" e per 7 su 10 rappresenta una necessità a cui "non saprebbe rinunciare". È quanto emerge da un'indagine del pastificio veneto Sgambaro, realizzata da AstraRicerche, sulle abitudini di consumo e i sentimenti degli italiani verso una delle icone della nostra cucina.
Il piacere di mangiare la pasta
Se la pasta viene vista prima di tutto come "piacere" (88% degli intervistati), è largamente condivisa anche l'opinione che sia un pasto in grado di "contribuire al proprio benessere" (77%). Buoni motivi per mangiarla senza rimpianti secondo 3 italiani su 4. Un dato confermato dalla frequenza di consumo della pasta: oltre la metà degli intervistati (51%) la porta in tavola almeno una volta alla settimana fino a un massimo di cinque. Per il 37% è un'abitudine quotidiana e una piccola quota, il 10%, arriva a mangiarla due volte al giorno.
E la quantità? Prendendo come termine di paragone gli 80 grammi di solito consigliati, la bilancia non supera questa porzione nel 49% dei casi. Per il 32% degli italiani intervistati la quantità ideale varia tra i 90 e i 100 grammi, mentre il 17% ne consuma 120 grammi o più. Ad abbondare sono soprattutto gli uomini: il 65% mangia più di 80 grammi di pasta contro il 35% delle donne.
Orgoglio italiano e tradizione di famiglia
La pasta è un'ambasciatrice del cibo italiano così apprezzata all'estero da meritarsi una giornata mondiale dedicata -il World Pasta Day festeggiato il 25 ottobre- e non stupisce che 8 intervistati su 10 la considerino "un vero orgoglio come italiano/a". Ma la pasta può assumere una valenza più profonda: il 79% dei partecipanti all'indagine di Sgambaro e AstraRicerche la definisce "una tradizione forte della propria famiglia" e al 61% "fa tornare in mente i ricordi dell'infanzia". Una buona quota degli intervistati (76%) considera il consumo della pasta alla stregua di un fattore identitario, ovvero "parte di sé e del proprio modo di intendere la vita".
Sentimenti che si riflettono nella scelta del formato preferito: gli spaghetti sono la pasta per eccellenza per il 37% degli intervistati, seguiti a distanza dalle penne (20%). I tre condimenti principe sono invece il pomodoro, il ragù e il pesce, che insieme conquistano il 61% dei consensi. Se da un lato la pasta è un piatto che si presta a interpretazioni culinarie originali e creative, gli spaghetti al pomodoro rimangono, nella loro semplicità, un classico che mette di buon umore ancora prima di gustarlo.
Eduardo Cagnazzi
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