Articolo inserito da Masseria Selvaggi il giorno 08/10/2022 alle ore 17.15.53
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Le masserie pugliesi Salentine
Di forme e dimensioni e dimensioni differenti, le masserie pugliesi nascono da un'organizzazione economica e sociale basata sul latifondo in una regione caratterizzata da grandi proprietà terriere, dove le distanze dai centri abitati e la scarsità di strade rendevano difficile l'approvvigionamento e lo scambio di merci, si formarono nelle campagne piccoli agglomerati, contadini, autonomi e autosufficienti. In una terra ferita da incursioni saracene dalle continue guerre tra citta rivali e dai briganti che, devastavano le campagne c'era anche l'esigenza di proteggere se stessi e frutti dei proprio lavoro con mura e difese. Nacquero cosi, a partire dal XV secolo le tipiche masserie fortificate, complessi formati da diversi corpi di fabbrica protetti da mura e torri come antichi castelli, di cui a volte inglobano alcune parti.
Componenti fondamentali i questi insediamenti rurali, direttamente derivate dalle mansiones romane, sono la curtis, spazio recintato e delimitato dagli edifici, fulcro del lavoro e della vita sociale della comunità, la domus residenza permanente o temporanea dei proprietarie del fattore dell'azienda agricola, il casalium, deposito degli attrezzi agricoli e delle sementi.
A queste parti essenziali si aggiungono altri spazi per esigenze specifiche, come lo iazzo ricovero per gli ovini, il trappeto, frantoio per le olive, le cantine per il vino, le cisterne per la raccolta dell'olio e del grano, il pozzo, il forno, le stalle, i fienili, l'orto e le colombaie. Nelle strutture più grandi, sono presenti, anche una piccola chiesa e la cafoneria, edificio destinato ad accogliere braccianti e lavoratori stagionali.
Dal XVI secolo, grazie al miglioramento delle tecniche agrarie e alla valorizzazione dell'agricoltura, ha preso forma una nuova tipologia di insediamento rurale, la masseria villa, che accoglie al suo interno, le parti più eleganti e meglio rifinite utilizzate dai proprietari terrieri come luoghi di villeggiatura durante i torridi mesi estivi. L'architettura spartana e rustica delle masserie si arricchisce allora di fastosi portali in pietra, di ambrosi giardini, di balconi e terrazze a belvedere, mentre gli interni si ingentiliscono con stucchi e affreschi. Persa nel tempo la loro funzione originaria, molte masserie pugliesi salentine vengono recuperate e diventano luoghi per matrimoni ed eventi mondani, pronti ad accogliere il turismo sempre più esigente alla ricerca di luoghi di fascino.
Con l'avvento del nuovo secolo peraltro l'affermarsi di un mercato globalizzato, si modifica anche il volto di alcune di esse, arricchendole di piscine, spa, giardini con macchie mediterranea. I trulli, da antiche dimore a vocazione contadina, vengono trasformati in nuovi luoghi di benessere, e la parola d'ordine diventa la sostenibilità, da cui trapela la consapevolezza ecologica; la funzionalità si relaziona nei confronti dell'ambiente esterno, esaltando e valorizzando l'aspetto naturale.
Gli ambienti interni assumono forme originali, plasmati da architetti internazionali e i candidi volumi convessi vengono incrementati da particolari colorati in un gioco policromatico perfetto. La pietra calcarea, strappata dai contadini alla terra carsica, diventa il filo conduttore architettonico di esaltazione e valorizzazione dei luoghi.
Un esempio tipico rappresenta la MasseriaSelvaggi.com che ospita ogni anno centinaia di turisti che vanno via avendo conosciuto non solo i posti più belli della zona ma anche l'anima di questo territorio.
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