Articolo inserito da Eduardo Cagnazzi il giorno 31/10/2022 alle ore 13.11.45
Tra le regioni con il maggiore numero di chef stellati, la Campania si conferma sempre più ai vertici nel firmamento dell'alta ristorazione dove la cucina raffinata e di alta qualità si fonde al grande patrimonio agroalimentare, alla competenza e alla creatività del "savoir faire". E non solo. A caratterizzare il successo di chef, ristoratori e operatori del settore di questa regione è qualcosa di più profondo, si tratta del valore della cifra umana, fatta di legami sinceri, con le origini così come le persone, e un sacrale rispetto della famiglia.
Il premio "Miglior Servizio di Sala" nell'ambito della Guida Ristoranti d'Italia 2023-di Gambero Rosso ne è un esempio. Durante la premiazione, in primo piano appunto la Campania, al centro l'eccellenza in tutte le sue forme, ma soprattutto la forza dei rapporti genuini consolidati nel tempo. A consegnare il premio Maria Vittoria Casolaro e Vittorio Casolaro, della "Casolaro Hotellerie" realtà storica napoletana e riferimento del settore Horeca, i premiati due colonne portanti della gastronomia italiana, anch'essi campani: Livia Iaccarino del Don Alfonso 1890, una delle più grandi donne di sala italiane, e Villa Crespi (Orta San Giulio), il ristorante di Antonino Cannavacciuolo, tra gli chef più talentuosi e amati.
Un momento bello ed emozionante in cui è stata ricordata la storica amicizia tra le famiglie Iaccarino e Casolaro che va avanti da oltre 50 anni, e dove lo chef Cannavacciuolo ha raccontato della sua prima fornitura da Casolaro, quando aprì il ristorante Villa Crespi.
"È bellissimo ricevere riconoscimenti dopo una vita dedicata alla sala", afferma Livia Iaccarino. "Lavoro in sala da 49 anni e non sono stanca e questo è molto bello perché amo quello che faccio. Vittoria (Maria Vittoria, ndr) la conosco da quando aveva 4 anni, le nostre famiglie sono legate da una storia antica che parte dall'amicizia con i suoi genitori".
Anche lo chef Antonino Cannavacciuolo commenta il premio: "Questo momento mi sembra un libro scritto. Il Don Alfonso è stato il mio primo ristorante stellato nel 1996, mentre Casolaro Hotellerie mi ha permesso di arredare la cucina di Villa Crespi al momento dell'apertura. E -aggiunge- stare oggi tra Casolaro e Livia Iaccarino è quasi come chiudere un cerchio".
Una vittoria tutta campana, che conferma il valore dell'alta cucina regionale. Una cucina che si è saputa adattare alla modernità grazie a chi ha saputo tramandare il retaggio di una tradizione secolare. Non si tratta solo di buoni ingredienti, di capacità e di creatività. È qualcosa di più, fare ristorazione è saper raccontare una storia, di amicizia, di famiglia, di tradizione tenendo fede ogni giorno al richiamo delle proprie origini.
Eduardo Cagnazzi
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