Articolo inserito da Titti Dell'Erba il giorno 14/12/2013 alle ore 10.57.43
Il 19 marzo, festività in cui si celebra San Giuseppe, nei paesi dell'entroterra salentino, a Giurdignano, Cocumola, Botrugno, San Cassiano, Uggiano La Chiesa e Otranto, tradizione vuole, che si imbandiscano le "Tavole " di San Giuseppe. Le stanze più belle, delle dimore, che ospitano le tavole, vengono "vestite" a festa. Le tavole sono ornate di fiori e ceri accesi con al centro un grande quadro del Santo ed allestite con pietanze della tradizione : "vermicelli" con ceci, pasta con miele e mollica di pane, cavolo lessato, pesce fritto, lampascioni, ceci, cartellate, purceddruzzi con il miele. Alcune di queste pietanze hanno un significato simbolico: la pasta e ceci per i colori, rappresenta il narciso, tipico fiore primaverile, i lampascioni il passaggio dall'inverno alla primavera, il cavolfiore la verga fiorita del Santo, le cartellate le fasce di Gesù Bambino...Gli invitati, da un minimo di tre persone ad un massimo di tredici rappresentano San Giuseppe, Maria, Gesù Bambino e Santi. Ad assaggiare la prima pietanza è San Giuseppe, di seguito tutti gli altri, ma solo dopo il suo segnale, dato dal battere, per ben tre volte, della forchetta sul piatto. E, tra una portata e l'altra, si recita una preghiera. L'origine di questa tradizione risale alla tradizione Bizantina e Barocca, quando i monaci e i nobili offrivano ricovero e ricchi banchetti ai bisognosi. Attualmente, invece, le tavole vengono imbandite per ottenere la benevolenza del Santo e invocare la protezione e assistenza.
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