CONSORZIO DI TUTELA DELLA MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA DOP: NUOVA SEDE E NUOVE PROSPETTIVE articolo inserito su spaghettitaliani da Nicola Rivieccio
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Articolo inserito da Nicola Rivieccio il giorno 04/12/2016 alle ore 02.57.36

CONSORZIO DI TUTELA DELLA MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA DOP: NUOVA SEDE E NUOVE PROSPETTIVE

 

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"La Regione Campania è impegnata fortemente nell'azione di sviluppo e di tutela del comparto
della mozzarella di bufala, un settore fondamentale per la nostra economia. Non tollereremo più aggressioni commerciali ai nostri prodotti che sono i più controllati e sani d'Italia, e ai nostri produttori che si spaccano la schiena". É quanto ha detto a Caserta il governatore campano, Vincenzo De Luca, alla cerimonia di inaugurazione della nuova sede del Consorzio di Tutela della mozzarella di bufala campana dop, nelle Reali Cavallerizze, struttura che sorge nel complesso della Reggia Vanvitelliana patrimonio dell'Unesco.
Due eccellenze, una architettonica, l'altra enogastronomica, che si uniscono in un connubio unico. "La Reggia di Caserta è il monumento più bello e solenne del mondo; al suo confronto Versailles è come l'acqua fresca" dice De Luca, che poi, parlando del comparto "dell'oro bianco", annuncia che "sono già stati stanziati otto milioni di euro per il Consorzio affinchè faccia attività di promozione. Inoltre entro fine anno apporteremo al Psr (Piano di sviluppo regionale) da un miliardo e 800 milioni di euro quelle modifiche utili a valorizzare le filiere produttive, come quella della mozzarella, che è strategica, in quanto oltre ad un grande fatturato garantisce alti livelli di occupazione, con grandi percentuali di impiego giovanile".
L'altra faccia della medaglia è il "salvataggio" da anni di incuria di un immobile storico come le Reali Cavallerizze, con la vegetazione che appena nell'ottobre 2015, ricorda il direttore della Reggia Mauro Felicori, "arrivava alle ginocchia mentre l'umidità aveva completamente rovinato i muri. Io mi ero
appena insediato e pensai subito che bisognava ridar vita alle Cavallerizze". La struttura era stata restaurata anni fa con cinque milioni di euro di fondi pubblici, aveva ospitato la mostra di Riccardo Dalisi e poi, dopo la fine dell'esposizione, era stata chiusa e finita nel "dimenticatoio", senza alcuna opera di manutenzione. Ora ospiterà la sede Consorzio.
Quello della Mozzarella di bufala campana DOP è un comparto da mezzo miliardo di euro di fatturato trainato dall'export con 15mila addetti di cuil'86% hanno meno di 50 anni. È questa la fotografia dello stato attuale del comparto della mozzarella di bufala campana, un settore dalle enormi potenzialità, che anche nel mercato domestico ha conosciuto nell'ultimo anno il segno "+", con una crescita del 10% delle vendite. Sono inoltre 102 i caseifici certificati, quasi tutti concentrati nelle province di Caserta, Salerno e Latina; 1500 gli allevamenti della bufala campana per un totale di 345mila capi. L'export fa la parte del leone con il 68,6% del fatturato, ma si va soprattutto verso i paesi più vicini, come Francia e Regno Unito.
"Si potrebbe fare molto di più - spiega il direttore del Consorzio di tutela Pier Maria Saccani, bolognese - ci sono mercati in cui potremmo vendere parecchio ma che non riusciamo a raggiungere per problemi di costi legati alla logistica. Spendiamo per ogni trasporto via aereo 4,50 euro al chilogrammo mentre per il parmigiano, che viene trasportato via nave, si spendono 19 centesimi al chilogrammo. Per questo raggiungiamo soprattutto i Paesi vicini, dove è possibile arrivare anche su strada; non dimentichiamo inoltre l'embargo verso la Russia, Paese dove esportavamo parecchio. Abbiamo bisogno di più collegamenti aerei con costi più bassi verso Paesi come gli Usa, ma anche l'Asia, penso alla Cina, il Medio Oriente e l'Australia. Ma il problema del trasporto si può in parte superare anche con la ricerca e l'innovazione; il Prosciutto di Parma viene trasportato ovunque grazie a confezioni sotto vuoto".
"Potenziare l'efficienza dell'aeroporto di Capodichino" chiede Il presidente del Consorzio, Domenico Raimondo. Per rendere più competitivo il comparto è necessario puntare sui giovani: "Nei caseifici - dice Saccani - il 34% dei dipendenti ha meno di 32 anni, e l'età si andrà via vi abbassando". N.R.

 

 

 

 

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