Articolo inserito da Nicola Rivieccio il giorno 29/03/2017 alle ore 01.23.35
Crescono le pmi del Mezzogiorno e continueranno a farlo per i prossimi anni: nel 2015, infatti, i dati positivi delle piccole e medie imprese del Sud Italia hanno fatto registrare passi in avanti, rispetto al 2014, migliorando i conti economici e gli indicatori di solidità. E subisce un freno la 'corsa' al fallimento. Sono state, infatti, 387 le imprese fallite nel Mezzogiorno, con una riduzione del 20,7% rispetto all'anno precedente, e 2.003 in Italia (-21,7%).
E' quanto emerge dal Rapporto Pmi Mezzogiorno 2017, presentato oggi a Napoli, all'Unione industriali, realizzato da Cerved e Confindustria, con la collaborazione di Srm-Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, condotto su 25mila piccole e medie imprese del Sud Italia (il 18% del totale delle pmi di capitali
italiane).
Le piccole e medie imprese meridionali continueranno a rafforzarsi nel 2017-18. Secondo le previsioni di Confindustria e Cerved, nel 2017 e nel 2018 le prospettive delle imprese meridionali dovrebbero migliorare ancora.
Per la crescita costante e per rendere strutturali i dati di miglioramento, secondo il rapporto, occorre puntare su credito, investimenti e innovazione per rinvigorire la ripresa. Basti pensare, ad esempio, che nel
Mezzogiorno operano 3 mila startup e Pmi innovative che impiegano oltre 23 mila addetti.
Risultati positivi, evidenziano i ricercatori, ma miglioramenti ancora sufficienti per recuperare i livelli precisi, così come viene evidenziato nell'analisi dei bilanci. Il fatturato delle Pmi è in ripresa e fa registrare un aumento del 3,9% tra il 2014 e il 2015, contro una media nazionale di +3,1%. Gli addetti occupati in tali imprese sono 637 mila (in aumento nel 2014 rispetto all'anno precedente, +0,8%), in maggioranza concentrati nelle imprese più piccole (il 58%) che sono anche quelle che producono la quota maggiore di fatturato (circa 69 miliardi su 124) e di valore aggiunto (15 miliardi su 28) e che fanno registrare la quota maggiore di debiti contratti (19,8 miliardi su 38,3).
Tra il 2013 e il 2014, il totale dei debiti contratti dalle Pmi si è ridotto di oltre 8 punti percentuali (da circa 42 miliardi a 38 miliardi). Il tessuto imprenditoriale si caratterizza per una presenza più ampia, rispetto alla media nazionale, di aziende operanti nel settore dei servizi (56,4% contro 50,8%), delle costruzioni (16,6% con-tro 14,9%), dell'agricoltura (3,0% contro 1,7%) e dell'energia (3,9% contro 2,7%) e, al contrario, per una minore presenza di imprese industriali in senso stretto (20,1% contro 29,9% nella media italiana).
Più fatturato, più valore aggiunto, più investimenti fanno tornare positivi anche i margini operativi lordi, che proseguono la loro crescita dopo i passati anni di difficoltà. Anche se è ancora poco per ricompensare le pmi del Sud dalle sofferenze economiche causate dalla crisi: i margini lordi, infatti, restano del 33% più bassi di quelli del 2007.
Aumenta anche il numero di nuove imprese, anche grazie all'introduzione delle srl semplificate. Nel primo semestre 2016, sono state circa 18mila le nuove imprese di capitali che hanno visto la luce , oltre un terzo delle quali nella sola Campania. Nel 76,3% dei casi si è trattato di società con meno di 5.000 euro di capitale versato.
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