Nicola Menin e la sua terra d'origine.

Come definirlo tuttologo, il Wikipedia del prosecco, l'Ambassador del glera?
Bella domanda.....è lui l'esperto vitivinicolo Nicola Menin, non trovo altra definizione più precisa in quanto è talmente poliedrico, affabile e grande conoscitore del territorio che sembra di girare con un'enciclopedia non tascabile.
In sua presenza sto vivendo delle intense esperienze nella zona collineare di produzione del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene DOCG, Prosecco Colfondo, luoghi ormai di culto dove dalla damigiana e dalla botte il vino veniva imbottigliato per la rifermentazione, il Vino Santo di cui si è perso la data di produzione ma che presumibilmente può risalire alla fine degli anni Settanta.
Tramite Nicola sono stata anche invitata a vedere e toccare con mano la vendemmia "eroica" nelle colline delle "uve del prosecco", a breve vi racconterò l'esperienza.
Posso confessare che sentire parlare Nicola di territorio, con tutta la sua storia, la fatica dei viticoltori e la qualità del vino è veramente emozionante.
Solo chi ha avuto il piacere di stare in sua compagnia può stimare la sua illimitata conoscenza e passione.
Ogni giorno costruisce un piccolo tassello verso la divulgazione di questa area tutta veneta che io stessa conosco poco.
La nostra conoscenza per me è stata una sfida personale ma soprattutto professionale, da champagnista veneta in terra prosecchista, ammetto di avere fatto delle scoperte che mai avrei pensato di apprezzare.
Una di queste è sicuramente avere colto quanto può essere longevo il vitigno glera negli anni.
Ho assaggiato annate vecchie di oltre trent'anni per capire cosa significa " spalla acida persistente".
Ve ne racconto un'altra, poco dopo aver assaggiato il vin santo, quando il bicchiere vuoto aveva ancora qualche residuo, Nicola mi ha servito il Cartizze Dry dell'azienda agricola Varaschin, creando una specie di "Liqueur de expedition" in cui lo spumante con la morbidezza, glicerina del primo ha letteralmente scatenato un'aromaticità profonda, ampia e complessa, al naso che in bocca.
Queste sono esperienze che si fanno solo con chi ha avuto grandi maestri alle spalle e ogni giorno cresce per trasmettere conoscenza, tradizione e qualità.
Vi faccio vedere alcune immagini delle zone collinari dove sono stata accompagnata per il tour organizzato dal Sindaco di Farra di Soligo Mattia Perencin, per carpire e capire cosa significa in Veneto produrre e raccogliere manualmente l'uva in zone di pendenza rischiosa, a limite della verticalità, dove uomini e donne si destreggiano tra filari, rive e camminamenti quasi inesistenti su pendii scoscesi e mozzafiato.
In alcune zone abbiamo incontrato dei "singolari personaggi" in raccolta, mentre stavano eseguendo manovre alquanto instabili, hanno avuto il coraggio di dirmi:" sono cinquat'anni che faccio la vendemmia in questi luoghi e non ci posso rinunciare perchè fa parte della mia vita".
Un esempio di come le persone della zona si sentono "unite e fuse" con la terra, l'uva e la soddisfazione del vino finito.
Gratificante vivere chi racconta il territorio, chi lo governa ed amministra nel bene comune, chi lo cura e lo coltiva.
Andate a vedere il sacrificio, la passione e la fede riposta in questi luoghi che sono divenuti anche Patrimonio dell'Umanità Unesco per volontà del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG, terra di natura, storia e cultura "collinare".
Un ringraziamento ufficiale va all'amico Nicola Menin.

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