Articolo inserito da Eduardo Cagnazzi il giorno 05/06/2021 alle ore 17.42.08
Nel mondo i morti per fame (35 milioni) sono quasi gli stessi deceduti per un'alimentazione sbagliata o un suo eccesso. In Italia si spreca cibo per 10 miliardi di euro, con lo stesso cibo si potrebbero sfamare 13 milioni di persone (quanto la popolazione di Lombardia, Marche, Liguria). E ancora: un italiano su tre conduce una vita sedentaria, mentre il 45,5% risulta sovrappeso, con una quota di bambini delle scuole primarie, pari al 29,7%, risultata in condizione di eccesso ponderale (il 9,4% è obeso). E anche su questi numeri si registra un gap tra Nord e Sud del paese, dove le percentuali negative crescono, penalizzando in particolare le classi più disagiate. Dieta scorretta e sedentarietà sono tra le prime cause di rischio per la salute e, a conti fatti, impattano anche sull'ambiente perché è dimostrata la correlazione tra la scarsa applicazione concreta della Piramide alimentare alla base della dieta mediterranea e il maggiore carbon foot print di un'alimentazione scorretta.
Alle aziende del settore agroalimentare, ha affermato a Bormio nel corso del Forum sul futuro del Food and Beverage, Valerio De Molli, amministratore delegato di The European Ambrosetti che ha promosso l'evento, "si presenta quindi una sfida importante: un processo di trasformazione da Product Company, focalizzate solo sulla costruzione del prodotto, a Health Company, attente al benessere dell'individuo-consumatore anche con azioni di divulgazione ed educazione alimentare".
Muovendo da questi dati, Giorgio Calabrese, nutrizionista e dietologo ufficiale della Juventus ha ricordato l'importanza di una dieta variegata, onnivora, equilibrata nelle quantità e in tutti i nutrienti, base di una longevità di qualità, vero obiettivo a cui tendere. La sua esperienza internazionale e di presidente del Comitato scientifico per la Sicurezza alimentare presso il Ministero della Salute lo vede anche in prima linea sul tanto dibattuto tema del Nutriscore "che non ci mostra più ciò che noi mangiamo, ma la categoria di ciò che mangiamo" con evidenti difformità e squilibri nella corretta valutazione nutrizionale degli alimenti. Infine, ricordando che l'industria italiana dell'agrifood è riconosciuta come la migliore al mondo, ha auspicato che le etichette dei cibi diventino più chiare ed educative, parametrando le indicazioni di calorie, nutrienti, etc. sulle porzioni consigliate.
Eduardo Cagnazzi
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