Articolo inserito da Eduardo Cagnazzi il giorno 07/07/2021 alle ore 18.46.18
Con il ritorno alla convivialità, dopo l'incubo pandemico, il piacere di stare a tavola torna a riempire gli spazi rimasti a lungo vuoti. E dove farlo se non in un ristorante lontano dalla folla che invade le strade e in grado di offrire sensazioni e stimoli propri della tradizione e alla tipicità locale? E che ne fanno una meta unica nel panorama e della domanda gastronomica? "Al 53" a piazza Dante è uno tra questi: è qui che cultura, professionalità ed arte del cibo si mescolano con grande efficacia. Sì, perché "Al 53" la cucina riassume tutta la filosofia dello stare a tavola e diventa quell'arte nobile che regala all'uomo uno tra i piaceri fondamentali della vita, appagando uno dei cinque sensi, il gusto. Qui le misure di sicurezza non mancano, il distanziamento è assicurato sia all'esterno che all'interno dalla sapiente disposizione dei tavoli allestiti dallo staff di sala.
E' qui che la cucina, sotto l'occhio attento di Angelo Martino, imprenditore del food di quarta generazione, manipola con maestria i prodotti della natura, valorizzandoli con la varietà dei sapori e dei saperi. Nato come cantina e pian piano diventato trattoria e infine ristorante oggi è un'icona dei piatti tipici della cucina partenopea, del buon mangiare sano e genuino.
Oltre cento anni di vita, sempre nella stessa conduzione familiare ma che con Angelo Martino (che nel frattempo allargherà il locale con l'acquisizione di un ex negozio di pianoforte nella stessa piazza) adesso conosce un nuovo rilancio nel segno del meglio della tradizione, dalla genovese al ragù, perennemente presenti, dalla minestra maritata alle polpette, dagli spaghetti con i frutti di mare al soffritto, fino alla pasta e patate con la provola. Piatti che fanno del locale una sorta di stella polare nella scelta della meta fuori porta. "Chi ha voglia di piaceri di altri tempi potrà gustare qui il meglio della tradizione partenopea, quello che preparavano le nostre nonne", chiosa Martino. Il centro di Napoli torna così a brillare alla luce della convivialità con la certezza di trovare "Al 53" un piccolo angolo per esaltare i palati più esigenti.
Eduardo Cagnazzi
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