Da speaker radiofonico a scrittore: intervista a Manuel Saraca, voce di Radio Subasio ed autore de L'uomo delle farfalle articolo inserito su spaghettitaliani da Teresa Lanna
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Articolo inserito da Teresa Lanna il giorno 03/03/2022 alle ore 23.00.18

Da speaker radiofonico a scrittore: intervista a Manuel Saraca, voce di Radio Subasio ed autore de L'uomo delle farfalle

 

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"Le parole gentili non costano nulla": questa è la frase-guida di Manuel Saraca, una sorta di mantra che lo rappresenta e che trasmette anche a noi che ascoltiamo la sua voce su Radio Subasio, in quella pausa musicale all'insegna della leggerezza e dell'allegria che attualmente ci fa compagnia nel fine settimana, mentre ci accingiamo a raggiungere il posto di lavoro o, semplicemente, siamo impegnati nella nostra routine quotidiana. Speaker radiofonico da diversi anni, nel gennaio dell'anno scorso Manuel si è cimentato con la narrativa, pubblicando 'L'uomo delle farfalle', un testo rimasto inedito per un decennio. "Ero poco più che ventenne quando scrissi questo libro; mancavano pochi capitoli alla conclusione, ma decisi di fermarmi e mettere via il manoscritto. Solo ora mi rendo conto che mi mancava un pezzo di vita da vivere, prima di poter finire il romanzo. Ed ora che sento di avere la giusta maturità, ho deciso di lanciarmi in questa nuova avventura". Un'opera prima di fantasia, ma con forti elementi autobiografici, che l'autore ha voluto curare in ogni sua parte: "Ci tenevo a mettere tutta la mia creatività anche in quei dettagli che vanno oltre al compito di chi scrive il libro: dalla cura della copertina alla realizzazione dei gadget".

È la storia di due fratelli alla ricerca di un padre mai conosciuto: un viaggio intimo fatto di domande, ricordi di famiglia e la voglia di capire il senso di quel legame paterno spezzato. Un percorso coraggioso in cui appare anche un misterioso mendicante dalle mani colorate, un vecchietto che vagabonda per le strade di Roma e parla sempre della vita delle farfalle.

Chi dovesse accingersi a leggere il romanzo in questi giorni, a poche settimane dalla conclusione del Festival di Sanremo, troverebbe sicuramente delle affinità tra il contenuto del testo e quello della canzone di Giovanni Pietro Damian, in arte 'Sangiovanni', che neanche a farlo apposta si intitola 'Farfalle' e, tra le altre cose, parla di una casa condivisa con un'altra persona. Ma non sveliamo troppo. Sta di fatto che il romanzo emoziona molto. Ci sono fatti, personaggi, circostanze o eventi narrati e apparentemente frutto del caso, che comunicano al lettore degli aspetti, sentimenti o sensazioni in cui può ritrovarsi; ieri, o anni prima, ma anche ogni giorno, a seconda della propria esperienza personale e del proprio vissuto.

Manuel Saraca ha confermato la gentilezza che lo caratterizza, rispondendo ad alcune domande sul suo romanzo.

Se dovessi scegliere due citazioni o semplicemente due parole, all'interno del testo, che rispecchiano il Manuel che sei ora, e non il Manuelino degli esordi, quali sceglieresti?

Difficile scegliere quale passaggio del libro mi rappresenti di più: il Manuel di oggi è disseminato un po' in tutto il testo, tra i dialoghi dei personaggi, nel loro carattere, nelle loro paure e ambizioni; ma se proprio devo scegliere una frase direi che "Niente è giusto o sbagliato: è semplicemente quello che è successo. Ed io sono semplicemente quello che sono" è quella che rappresenta di più lo stato di serenità che ho raggiunto in questo momento della mia vita.

Nel testo, fai spesso riferimento ai colori; in particolare citi il bianco e nero, oppure il blu; c'è un motivo particolare?

I colori sono il linguaggio di uno dei personaggi, proprio l'Uomo delle Farfalle. Questo mendicante riesce a comunicare le sue emozioni solo attraverso l'uso dei colori, e mi è sembrato giusto dare al suo linguaggio il giusto peso, fargli avere più "parole" e connotazioni possibili. Ho cercato di essere molto meticoloso nella descrizione dell'uso dei colori, proprio perché quest'uomo, a tratti tenero e a tratti misterioso, meritava di avere una grande libertà d'espressione nel rispetto del suo mondo.

Come è nata la scelta della foto di copertina?

Il mendicante misterioso che tutti chiamano l'Uomo delle Farfalle rappresenta una piccola grande guida per il protagonista del romanzo, e fin da subito ho desiderato che ci fosse il suo volto a dominare in copertina. Quando ho iniziato a scrivere il libro ho cercato di immaginare che viso potesse avere l'Uomo delle Farfalle: mi figuravo un viso vissuto, intenso, pieno di storia e dolori, ed una piccola farfalla negli occhi ad indicare ciò che conta davvero per lui. Insomma, la copertina del libro è esattamente come la immaginavo e ne sono molto orgoglioso.

Nella ricerca della figura paterna sembra celarsi la metafora di ciò cui si aspira per tutta la vita e che non sempre si sa con certezza, può essere una delle chiavi di lettura del testo?

Certamente. Credo che ognuno di noi sia alla ricerca di qualcosa; abbiamo tutti una scoperta da fare, un viaggio interiore da intraprendere, una meta che vogliamo raggiungere. A volte ci è chiara, altre volte ci ritroviamo a scoprirla vivendo i nostri anni. L'importante, secondo me, è non smettere mai di cercare, non saziare mai quella fame di cambiamento che ci spinge sempre un passo avanti e ci fa crescere.

Ne 'L'Uomo delle Farfalle' hai voluto in qualche modo omaggiare la Street Art ? E, se sì, c'è qualche artista in particolare che ami in questo ambito?

Non era fra le mie intenzioni iniziali, ma amo la Street Art e sono felice se il mio romanzo, nel suo piccolo, abbia omaggiato una forma d'arte moderna, così evocativa, che apprezzo molto. Non ho street artists di riferimento, ma la Street Art è una forma di comunicazione potente, d'impatto, che parla a tutti indistintamente con il linguaggio delle emozioni, e a mio avviso lasciar parlare i sentimenti non può che farci bene.

Come ti sei avvicinato al mondo della radio? Il tuo sogno era fare lo speaker radiofonico o l'hai capito in un secondo momento?

Il mio sogno da bambino non era quello di fare radio, ma lo è diventato molto presto. Mi sono avvicinato a questo mondo da poco più che ventenne, in un momento di vita di grande confusione; ero in cerca della mia strada e su suggerimento di alcuni amici ho voluto provare ad unire due delle mie più grandi passioni: la musica e la comunicazione. Ho seguito un corso di conduzione radiofonica ed ho scoperto un universo bellissimo, prima di tutto dentro di me! Da quel momento io e il microfono non ci siamo più separati: in questi 10 anni di carriera ho avuto numerose esperienze radiofoniche ed ora sono felicissimo di far parte della famiglia di Radio Subasio.

Per lavoro sei "costretto" a lanciare determinati brani musicali, alcuni dei quali magari non corrispondenti ai tuoi gusti; se dovessi stilare, invece, una track list di 10 canzoni per te irrinunciabili, a cavallo tra presente e passato, quali sarebbero?

Questa è la domanda più difficile di sempre! E' come chiedere a qualcuno di descrivere la propria vita solo con 10 parole. Facciamo così, ti propongo invece alcuni artisti ai quali mi sento molto vicino e che descrivono bene il mio mondo musicale. Io sono figlio della musica leggera italiana degli anni '90, ma amo anche il cantautorato, qualche perla internazionale, e anche la musica strumentale. Fra i miei artisti di riferimento ci sono Lucio Battisti, Mia Martini, Michele Zarrillo, Laura Pausini, Tiziano Ferro, Niccolò Agliardi; ma amo molto anche Stevie Wonder, Adele e Ludovico Einaudi. Come vedi si passa da un estremo all'altro, ma la musica per me è bella tutta!

Infine, volevo chiederti quale incontro tra i tanti con artisti, musicali e non, ti ha particolarmente emozionato, soprattutto in veste di fan del personaggio in questione.

Incontrare gli artisti è uno degli aspetti più belli del mio lavoro: è stato emozionante intervistare Gianluca Grignani, incontrare Marco Mengoni, scambiare due chiacchiere con Annalisa; ma l'emozione più forte l'ho vissuta abbracciando (sì, ancora si poteva) Laura Pausini. Sono cresciuto con la sua musica e poterci parlare come se fosse un'amica di sempre è stato qualcosa di meraviglioso.

Teresa Lanna


 

 

 

 

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-L'UOMO DELLE FARFALLE
-MANUEL SARACA

 

 

 

 

 

 

 

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