Sariano Umbria Rosso IGT
Azienda Pomario
Piegaro (PG)
Scheda Umbria IGT nel nostro Speciale Vini
1 Aprile 2023
La qualità delle vecchie piante di Sangiovese con una bassissima resa di circa 40q/ha è stata subito sfruttata per la produzione di Sariano.
Le uve vengono attentamente selezionate in vigna tramite una potatura a bassa produzione e diradamenti selettivi.
Ad autunno inoltrato l’uva raccolta viene immediatamente diraspata e avviata a fermentazione, a temperatura controllata, con lieviti autoctoni in vasche di acciaio da 25 hl circa. In questa fase gli unici interventi sono qualche rimontaggio all’aria se necessario.
Al termine della fermentazione e della prolungata macerazione, che, a seconda della qualità delle bucce, può variare da 25 a 45 giorni, parte del vino viene passato in botti di rovere da 25 hl e svolge la fermentazione malolattica.
Il vino rimane nel legno insieme alle fecce fino a marzo dell’anno successivo. Dopo il primo travaso il vino torna nel legno nel quale rimane fino al momento dell’imbottigliamento che avviene dopo una leggera filtrazione.
Denominazione: Umbria IGT
Tipologia: Rosso BIO
Uva: Sangiovese
Colore: Rosso rubino intenso
Gradazione: 12,5% variabile a seconda dell’annata
Formato: 0.75 lt o Magnum 1.5 lt
Aroma: Al naso presenta gli aromi di ciliegia e prugna matura tipici dell’uvaggio seppure accompagnati dalla complessità aromatica di una vigna di oltre 40 anni di età. Tali aromi si amalgamano perfettamente al sentore del legno ottenendo così un equilibrio ideale tra la frutta e il tostato.
Gusto: Lo stesso equilibrio aromatico si ritrova immediatamente in bocca. L’impatto iniziale è infatti vivace e deciso, mentre nel retrogusto si ritrovano le fragranze fruttate rinvigorite da un sentore deciso di chiodo di garofano che accompagna la tannicità del vino.
L'Azienda Pomario
«I vini buoni sono tantissimi. Noi cerchiamo di dare ai nostri vini personalità, legando la produzione ad un filo conduttore che parla di questo territorio. Amiamo questo posto e vogliamo che i nostri prodotti trasmettano l’amore per questa terra»
Giangiacomo Spalletti Trivelli
A Pomario si arriva da una sola strada fatta di piccoli sassi bianchi, che si snoda attraverso un folto bosco. Il paesaggio intorno è invisibile e il silenzio quasi irreale trascende l’immanenza. Il bosco viene interrotto da una vecchia vigna, con anarchiche forme segnate dal tempo di filari vissuti, memori di infinite vendemmie. Avvolti nella nebbia degli ulivi, tronchi irregolari, afferrano la terra, imprigionandola tra i rami. Si giunge così al casale dalle linee architettoniche perfettamente integre e dai tagli precisi di pietra; un “archetipo” di casa rurale, non abitata da decenni, ma pronta a riprendere vita.
Questo fu il paesaggio nel quale si immersero i due visitatori, Giangiacomo Spalletti Trivelli e la moglie Susanna d’Inzeo, figlia del campione di equitazione Raimondo, che giunsero a Pomario, nel comune di Piegaro, quasi per caso, mossi da un’idea di “Buen Retiro” in Umbria, per scappare dal caos della città di Roma.
Da tempo il conte Giangiacomo aveva il desiderio di riprendere la tradizione familiare legata al, vino, risalente a fine Ottocento. Venceslao Spalletti Trivelli, senatore del Regno assieme alla moglie Gabriella Rasponi, nipote di Carolina Bonaparte, decisero di comprare un’azienda in Toscana dove successivamente il figlio Cesare, nonno di Giangiacomo, iniziò la produzione di un Chianti molto rinomato. Chi lo ha bevuto, ancora si ricorda chiaramente e con molto piacere, il Chianti Spalletti, prodotto fino ai primi anni ‘70.
I conti Giangiacomo e Susanna decisero di tornare a fare un sopralluogo a Pomario, in una limpida giornata di inverno e si innamorarono definitivamente di quel poggio molto luminoso ed isolato dal resto del territorio, elevato a 500 metri sul livello del mare, dove il panorama si perde verso l’infinito.
Il sogno di un casale in collina, nella quiete della natura, dove la coltivazione non è solo passione ma esercizio di pazienza da costruire giorno per giorno, stava prendendo forma.
Reimpiantarono i vigneti, ristrutturarono integralmente la tenuta e iniziarono le prime sperimentazioni in cantina, grazie all’aiuto di Federica De Santis, agronoma, e Mery Ferrara, enologa.
La prima vinificazione a Pomario, nel 2009, venne fatta nella rimessa degli attrezzi: un tonneau di Sangiovese e una barrique di Trebbiano e Malvasia: i futuri Sariano e Arale. Da questi si capì da subito il potenziale dei vini e del territorio.
Nel 2010 la vinificazione si ripeté con le medesime quantità. Qualcuno consigliò di inviare dei campioni al concorso di Decanter e Sariano, che con grande sorpresa, vinse la medaglia d’argento. Da allora Sariano non ha mai lasciato la medaglia, destreggiandosi sempre tra il bronzo e l’argento, ai Decanter World Wine Awards.
Nel 2011 fu la volta dell’olio di Pomario, che ottenne il certificato biologico. Allora le olive venivano portate a fine giornata in un frantoio non lontano. Per esaltare ancor più la qualità di questo prodotto, venne acquistato un piccolo frantoio che consentiva di frangere le olive entro un paio d’ore dalla raccolta. Da allora la qualità dell’olio extravergine di Pomario è stata più volte ricompensata negli anni da importanti riconoscimenti come le 3 foglie del Gambero Rosso, le 5 gocce di Bibenda e, in ambito internazionale, con una medaglia d’argento al Concorso internazionale di Parigi AVPA.
Riinizia così la storia del poggio di Pomario, che grazie a Giangiacomo Spalletti Trivelli e Susanna d’Inzeo ha ripreso vita: quel luogo nelle campagne umbre, al confine con la Toscana, tra i colli Orvietani e il Lago Trasimeno, che oggi è l'Azienda Agricola Pomario, di 230 ettari complessivi di cui 9 ettari a vigneto nel poggio incantato.
Pomario
Località Pomario - 06066 Piegaro (PG)
Tel.: +39 0758358579
E-mail: info@pomario.it
https://pomario.it/