Evento (Mostre) inserito in archivio il giorno 16/11/2021
Il MANN - Museo Archeologico Nazionale di Napoli il 22 novembre alle ore 17 inaugura la mostra 19:34 Fotografie di Antonietta De Lillo. La storia in presa diretta, che porta alla luce il reportage inedito sul terremoto del 1980 della regista napoletana, all'epoca fotoreporter per importanti quotidiani e settimanali.
Il Direttore del MANN Paolo Giulierini, colpito dalla sensibilità dello sguardo dell'autrice e dal difficile equilibrio di cui vivono le sue fotografie, in bilico tra empatia e una rispettosa distanza dal dolore che documentano, ha voluto questa mostra - aperta fino al 3 maggio 2022 - come momento di dialogo tra la memoria di un passato ancora drammaticamente vicino, i reperti di uno dei più importanti musei archeologici al mondo e il nostro presente.
Gli oltre 100 scatti inediti di Antonietta De Lillo ripercorrono in presa diretta i primi momenti del terremoto che si è abbattuto su Campania e Basilicata alle 19:34 del 23 novembre 1980, quando ancora, fuori dalle aree terremotate, non si aveva percezione chiara di cosa fosse accaduto, ma già una folla di persone spaventate si riversava a dormire per le strade di Napoli.
Partita verso i comuni dell'entroterra colpiti dal sisma, con la sua Renault 4 e le sue macchine fotografiche, Antonietta De Lillo, allora ventenne, racconta i paesi ridotti in macerie, i primi soccorsi, i gruppi di ricerca, i corpi coperti da lenzuola, sudari bianchi davanti ai quali si stagliano donne vestite di nero che ricordano, nelle parole di Francesco Durante, le prefiche di un Sud ancestrale. Il reportage ci accompagna nelle settimane successive, attraverso i primi accampamenti, le roulotte e i prefabbricati, i volontari che giungono da tutta Italia, l'arrivo della neve, fino al disgelo, alle soglie di una fragile ma coraggiosa ripresa.
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Ricordo perfettamente che ho sentito l'esigenza di allontanare la macchina fotografica dal mio viso e di avere un rapporto diretto e autentico con quello che stava accadendo attorno a me. Poi, forte di quello che i miei occhi avevano visto senza filtri, ho ripreso la macchina fotografica con la volontà di renderla il più leggera e invisibile possibile, creando un equilibrio tra una vicinanza emotiva e una distanza discreta e rispettosa per quel dolore. A pensarci bene credo che la ricerca di questo equilibrio sia quello che
ha mosso nel corso degli anni tutto il mio percorso artistico, rendere quanto più invisibile possibile la macchina fotografica prima, la cinepresa poi, nel tentativo disperato di annientare qualsiasi artificio o spettacolarizzazione del mio racconto. Forse per questo nei volti e nelle storie che ho incontrato ho sempre trovato un dettaglio che fosse sovrapponibile a una parte di me. Antonietta De Lillo
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Ad accompagnare le fotografie nel loro percorso in presa diretta troviamo citazioni e testimonianze sonore - messe a disposizione dagli archivi de Il Mattino e di Rai Teche - dei protagonisti dell'epoca e dei giornalisti a cui, ieri come oggi, è affidata la responsabilità non soltanto professionale ma, soprattutto, etica di restituirci la nostra storia.
19:34 Fotografie di Antonietta De Lillo rientra, infatti, in una delle direttrici principali della ricerca del museo, Il MANN e la memoria, affinché il recupero della memoria possa indicare a tutti noi, con particolare attenzione alle generazioni più giovani, una strada possibile per il nostro futuro.
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Trasmettere la memoria viva di ciò che è accaduto 41 anni fa è oggi, appena usciti dall'emergenza Covid19, ancora più significativo. Insieme al ricordo della tragedia vogliamo indicare alle giovani generazioni anche e soprattutto la forza e i sentimenti di solidarietà e la voglia di rinascita che trasmettono le immagini di questa emozionante mostra. Gli inediti scatti 'in presa diretta' di Antonietta De Lillo ci fanno infatti riflettere su una umanità sicuramente non differente da quella che soffrì per simili eventi nell'antichità. Ed anche nel dolore provocato dal terremoto e nella strenua opposizione alla natura matrigna si può riconoscere una delle tante identità delle genti del Mediterraneo. Paolo Giulierini
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Il MANN consente alle immagini di Antonietta De Lillo di guardarsi nello specchio di un'antichità altrettanto colpita dalla forza devastante della natura e offre l'occasione di riflettere su come questi eventi catastrofici siano stati anche la spinta alla creazione di anticorpi e di misure di prevenzione di cui il Museo è un esempio di eccellenza. Il percorso della mostra si conclude, infatti, con uno sguardo al presente e all'impegno del Museo, insieme all'Università Federico II di Napoli e in rete con i musei della California e del Giappone, negli studi di antisismica, a cui proprio il terremoto del 1980 e i danni causati ai reperti archeologici del MANN hanno concorso in maniera importante, come ricostruito dal documento video del professore Antonio De Simone, che fece parte del gruppo di esperti che si occupò delle attività di recupero.
Accompagna la mostra la pubblicazione di un volume, con prefazione del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e del Direttore del MANN Paolo Giulierini, nel quale, accanto alle fotografie di Antonietta De Lillo, sono raccolti interventi e riflessioni dei protagonisti che, a vario titolo, sono stati testimoni del terremoto del 1980: i docenti dell'Università Federico II Antonio Prota e Antonio De Simone; i giornalisti Titta Fiore, Gaty Sepe, Antonello Caporale; il critico fotografico Giovanni Fiorentino; gli abitanti delle zone terremotate nel 1980, Giuseppe Assanti, Marina Brancato, Goffredo De Prisco, Mirko Di Martino, Rosanna Repole.
Per informazioni e materiali stampa info@marechiarofilm.it
cs
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