Evento (Spettacoli) inserito in archivio il giorno 28/02/2023
dal 3 al 5 marzo
IL SOGNO DI MORFEO
una produzione Teatro In Fabula
con il sostegno del MiBAC e di SIAE, nell'ambito del programma "Per Chi Crea"
e dell'Asilo - Ex Asilo Filangieri di Napoli
testo e regia di Antonio Piccolo
con Mario Autore, Antonia Cerullo, Melissa Di Genova, Antonio Piccolo, Emilio Vacca
scene: Luciano Di Rosa e Luca Serafino
costumi: Federica Del Gaudio
musiche: Mario Autore
aiuto regia: Marco Di Prima
voci registrate: Gianluca Bonagura, Giuseppe Cerrone, Marco Di Prima, Sara Missaglia
sarta: Laura Giansante
tecnico luci: Luigi Tornincasa
assistente: Giovanni Sbarra
foto di scena: Tiziana Mastropasqua / Giusva Cennamo
Sinossi
All'Eremo dei Sogni il dio Morfeo, sua sorella Notturno e l'assistente Artemidoro di Daldi sono alle prese con l'invio dei sogni ai mortali. Ma ormai non si possono creare altro che
incubi, perché l'immaginario degli umani si è inaridito. C'è solo una sognatrice che dà soddisfazione: si chiama Alice, fa dei bellissimi sogni e si diverte a guidarli. Il suo ultimo
sogno però sta durando più del dovuto... Alice è in coma! Morfeo, Notturno e Artemidoro si mettono in testa di svegliarla e salvarla. Ma le loro forze non bastano. Si recano a Bubastis,
nell'antico Egitto, nell'antro di Bastet, Dea del Sonno: un'enorme creatura, metà gatta e metà umana, che parla un linguaggio criptico da indovina. È solo la prima tappa del loro
viaggio nel tempo, nello spazio e nel sogno, per salvare gli uomini e ricordare loro di sognare.
Note di regia
Sappiamo ormai tutto sui sogni. Eppure trascuriamo di riflettere su una banale verità: trascorriamo almeno un quarto della nostra esistenza sognando. Un quarto di esistenza in
cui il cervello ha le stesse percezioni che ha nella veglia e forgia una parte fondamentale della nostra identità. Ne "Il Sogno di Morfeo", dunque, si ribalta una regola spesso applicata
in teatro: non è la "vita vera" a stare in scena, ma la vita interiore. Vediamo l'Eremo dei Sogni, il mondo del sonno; fuori, dietro le quinte, c'è il mondo della veglia. È "la vita ad occhi
chiusi" ad esser protagonista: un luogo che pare un circo, una navicella spaziale, lo studio di un alchimista e la cucina di uno chef, malgrado sia capitanato da Morfeo, un dio
dell'antichità. Ma il mito, liberamente adottato, qui rinasce dialogando col Presente. Gli dei-clown armeggiano con macchine bizzarre e dialoghi acrobatici, per ritrovare senso nell'Oggi.
Non ci sono steccati di genere: c'è la commedia, la tragedia, il realismo, la fantascienza, il paradosso, la recitazione brillante e quella intimista, scene corali, monologhi, addirittura
accenni di musical; e c'è una storia che, partendo dalla fantasia, arriva ad Alice, personaggio a cavallo tra la fiaba e il contemporaneo più contemporaneo che c'è, ossia l'Universale. È il
Vivere stesso, infatti, a farsi infine protagonista dello spettacolo, nella sua gioia quanto nel suo male: un dilemma che riguarda tutti, e non può avere recinti linguistici. Nessuno, del
resto, ha mai preteso dai sogni di stare stretti in contorni troppo netti.
cs
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