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Evento (Spettacoli) inserito in archivio il giorno 03/09/2019

Mirko Cisilino "EFFETTO CARSICO" (AUAND AU9083) esce venerdì 6 settembre

 

immagine in primo piano


MIRKO CISILINO
EFFETTO CARSICO

(Auand AU9083, distr. Goodfellas - 8031697908326)

"Effetto Carsico": debutto discografico da leader per Mirko Cisilino
Alla ricerca di unità, seguendo il filo della semplicità
Il giovane trombettista alla testa di un quintetto
con Filippo Orefice, Beppe Scardino, Marzio Tomada e Marco D'Orlando


La risposta di Mirko Cisilino a un'imperante atmosfera di chiusura e diffidenza è un debutto da leader che si affida alla semplicità di melodie lineari e orecchiabili, capaci di parlare al maggior numero di persone possibile.

È per questo che la giovane promessa italiana della tromba non considera "Effetto Carsico", in uscita il 6 settembre per Auand Records, come un disco di jazz. «Direi invece che si tratta di un disco leggero - spiega candidamente - In alcuni momenti mi fa pensare alle bande, in altri ai gruppi rock o rhythm&blues con le sezioni di fiati, e altre volte anche a un'orchestrina di liscio».

Un caleidoscopio sonoro che è una voluta presa di distanza da prodotti musicali a volte troppo cervellotici e inevitabilmente freddi. «L'idea che mi ha guidato - continua - è la melodia, in una ricerca di unità tra semplicità e complessità. Oggi la società è sempre più divisiva: tutti si chiudono in casa, impauriti dal diverso. E trovo che tanta musica, che oggi rientra nell'ambito jazz, sia troppo oscura. Per anni sono stato anch'io in quella modalità, oggi non ce la faccio più. Ho sentito il bisogno di cercare luce: melodie che aprano il cuore, che trasmettano unità e vita, nonostante la complessità del quotidiano e delle emozioni che ci attraversano. È bene raccontare anche il dolore e la rabbia, però non solo».

Il dolore e la rabbia sono quasi in ogni goccia di quel fiume Carso che ha ispirato il titolo del progetto. «Quella terra, bagnata dal sangue di migliaia di battaglie, ha sempre suscitato in me forti emozioni e riflessioni. Il Carso mi ha affascinato soprattutto per come l'acqua, nella sua inesorabile fluidità, continui sempre a scavare: per me è come la comprensione dell'unità, la ricerca di un nesso comune nella diversità».

Ad aiutarlo, e in qualche modo ad aggiungere complessità da semplificare insieme, ci sono quattro grandi musicisti: il sax tenore di Filippo Orefice è il primo tassello («ci siamo conosciuti a 16 anni e abbiamo suonato insieme generi diversi molto a lungo: con lui ho un'intesa che raramente ho trovato con altri musicisti»), a cui si aggiunge il basso elettrico di Marzio Tomada («una persona sempre pronta all'aiuto e all'ascolto, che umanamente mi ha dato tantissimo»), Marco D'Orlando alla batteria («un musicista speciale con una maturità rara»), e infine Beppe Scardino, che l'ha voluto anche nella squadra dei suoi BS10, e che in ordine di tempo è l'ultima tessera di un puzzle costruito con cura: «Anche con lui - aggiunge Cisilino - ci sono un ascolto e una sintonia incredibile: è uno dei musicisti più completi e ricchi di idee e umanità che conosco. Avere Filippo e Beppe nella stessa sezione è una benedizione: sono complementari, brillanti, si vogliono bene e si rispettano».

La sintonia della sezione fiati è un elemento chiave del disco e trova la sua dimensione tra suoni bandistici e rhythm&blues, mentre la ritmica vira verso rock e pop-rock. Bandito ogni strumento armonico e ogni sonorità sintetica, l'ossatura sta nel binomio melodia e basso, e in una insistenza su suoni asciutti, quasi crudi. A tenere insieme il tutto, solidi arrangiamenti che sono una sintesi di tutte le esperienze artistiche di Cisilino fino a oggi, come i dieci anni con la Abbey Town Jazz Orchestra, in cui oltre a essere trombettista di punta è stato anche direttore di alcuni progetti: «Da lungo tempo cerco di lavorare con le basi degli accordi, i loro rivolti e la costruzione di melodie semplici ma personali. In generale mi piace avere una cellula motivica o un tema e ripeterlo, cambiando però l'armonia che lo accompagna; in questo modo non c'è troppa carne al fuoco e si ha modo di sviluppare il materiale di partenza».

Mirko Cisilino :: tromba
Filippo Orefice :: sax tenore
Beppe Scardino :: sax baritono
Marzio Tomada :: basso
Marco D'Orlando :: batteria

Tracklist:
1. Autoritratto
2. Girotombo
3. L'ingrato
4. Morte di un Cactus
5. Funerale
6. L'ingrato Reprise
7. E senza
8. Ninna Nanna
9. La Bomba Atomica
10. Riverbero
11. Variabile
12. Fenice
13. Pietra
14. Uno



Mirko Cisilino
https://www.facebook.com/mirko.cisilino

Trombettista, nonostante la giovane età è considerato una figura tra le più interessanti del tessuto musicale friulano e vanta collaborazioni con numerosi musicisti del panorama jazz contemporaneo. Comincia lo studio della tromba a 11 anni sotto la guida del maestro Fabrizio Fontanot a cui seguono 4 anni di studio presso il Conservatorio Tomadini di Udine e un anno presso il Conservatorio di Klagenfurt e di Amsterdam. Negli anni ha collaborato con i principali musicisti e Big Band in Friuli Venezia Giulia quali: l'Orchestra Jazz Città di Udine diretta da Nevio Zaninotto; l'Orchestra Jazz del Friuli Venezia Giulia diretta da Glauco Venier (con il quale registra nel 2005 un album tributo a Frank Zappa) e l'Abbey Town Jazz Orchestra, con la quale lavora in qualità di arrangiatore, direttore e trombettista. Ha seguito i seminari di Justin DiCioccio, John Riley, Andy McKee, Kenny Wheeler, Keith Tippett ed ha accompagnato per diverse stagioni, membro dell'International Gang di Tomi Purich, la cantante americana Gwen Hughes nelle sue tournée in Slovenia. Ha fatto parte dei Fearless Five di U.T.Gandhi, con il quale registrato nel 2008 l'album Travelers. Nel 2010 vive alcuni mesi a Londra dove entra a far parte dei Seeds of Creation di Seddik Zebiri con i quali registra l'album Hackney Vibes. Prende parte allo spettacolo teatrale "Friuli e Altrove" (regia di Andrea Collavino, produzione Teatro Nuovo Giovanni da Udine) su testi di Cappello, Vallerugo e Zanier. Nel 2012 comincia la collaborazione con l'attrice Aida Talliente con la quale mette in scena "Miniere", spettacolo di teatro civile, sull'occupazione della miniera di Cave del Predil, in Friuli, avvenuta nel 1991. Membro del Collective White con il quale vince il primo premio al Concorso Internazionale di Jazz del Conservatorio Santa Cecilia di Roma. Insieme agli Zurbaran (Davide Angelica alla chitarra, Christian Pepe al contrabbasso e Simone Sferruzza alla batteria) nell'aprile del 2014 vince il primo premio al concorso per giovani band emergenti Chicco Bettinardi di Piacenza. Fa parte di EXP Quartet insieme a Clarissa Durizzotto al clarinetto, Giovanni Maier al violoncello e contrabbasso e a Marco D'Orlando alla batteria, con i quali pubblica per la Palomar nel 2014 il live del concerto fatto nello stesso anno alla rassegna SanVito Jazz. Ad ora la sua attenzione va principalmente al Malkuth 5et (con F.Orefice al tenore, F.Vignato al trombone, M.Magatelli al contrabbasso, A.Mansutti alla batteria) con il quale nel dicembre del 2013 fa una tournée di dieci concerti in Russia (Mosca, Rostov-na-donu, Krasnodar) e partecipando a diversi festival tra cui Udin&Jazz e Tarcento Jazz. Nel 2016 esce il loro primo album Malkuth pubblicato dall'etichetta Rudi Records e nello stesso anno entra a far parte del trio di Doug Hammond (Charles Mingus, Nina Simone) insieme al bassista sloveno Nikola Matosic. Ha partecipato negli anni a importanti festival Jazz nazionali e internazionali: Roskilde Festival (Denmark), Jerusalem Jazz Festival, VenetoJazz, PadovaJazz, Atina Jazz, Musiche sulle Bocche Jazz Festival, Autumn Notes, Udin&Jazz, JEFF di Koper, Vicenza Jazz, Secret Garden Festival, Summer Jamboree di Senigallia e molti altri. Il desiderio continuo di ricerca e sperimentazione lo ha portato a collaborare anche a progetti di genere musicale diverso dal Jazz (progressive noise/psichedelico, e Afro/Electro) regalandogli altre occasioni di esibizione sia in Italia che all'estero (Nantes Jazz Festival, LeMans Rock Festival e il Roskilde Pop Rock Festival).

 

 

 

 

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