Un po’ di anni fa avevo attivato su Facebook un account che da subito ha avuto un buon successo per i contenuti inseriti, tanto da arrivare in pochissimo tempo a 5.000 contatti.
Con questo account, che non era quello mio personale, presentavo resoconti di eventi da me organizzati, promuovendo l’Associazione di cui ero il presidente.
Qualche anno fa mi è arrivata una comunicazione da parte di Facebook che avrebbero chiuso l’account, perché non era personale.
Ovviamente è stato per me un colpo pesante, soprattutto perché avrei perso, come poi è stato veramente, molti dei contatti raccolti, e devo dire con sincerità che non ho più raggiunto gli stessi livelli di popolarità che avevo con quell’account.
Altro aspetto rilevante di questo “disastro” era la perdita dei contenuti, foto, post, con tutti i comenti ricevuti. Tuttavia, tranne i commenti, non ho perso tutto il resto, perché erano tutti presenti nel mio sito.
Da quella volta ho dato molto più peso al sito, che nessuno mi poteva toccare, perché era di mia proprietà, potenziandolo, aggiornandolo e dandogli un “vestito” più attuale.
Avevo capito sulla mia pelle che siamo solo “ospiti” sui social, e tutto quello che inseriamo non è di nostra proprietà.
Con questo non voglio assolutamente dire che non si devono usare i social, tutt’altro. Usati bene possono aiutare sensibilmente a fari conoscere e a costruire la propria immagine, migliorando anche il proprio know-how, solo che bisogna essere coscienti delle condizioni con cui si opera. Inoltre, è sempre meglio avere uno spazio di propria proprietà che possa servire sia per rafforzare la propria penetrazione in internet, sia per essere un porto sicuro dove rifugiarsi in caso di bisogno.
Da qui la necessità di avere un proprio sito, che sia anche un’etichetta del proprio brand, senza strafare o costruite cose megagalattiche e costose, non servono, tutt’altro. Più semplice è, e meglio è, deve essere facilmente navigabile, poco dispersivo, composto da poche pagine, l’importante è che possa interessare, e riesca a dare più notizie possibili di se in poco spazio e poco tempo di navigazione, perchè ormai Internet è diventato un “mordi e fuggi”.
Luigi Farina