Agrivoltaico nel paesaggio vitivinicolo
Città del Vino punta sulla ricerca per far coniugare produzione e tutela ambientale
Coniugare la produzione agricola con la tutela del paesaggio. “Buon paesaggio e buona energia possono coesistere? Città del Vino è in prima fila per dare il proprio contributo concreto e propositivo sul tema energetico, in particolare l’agrivoltaico, che sta a cuore ai territori e alle aziende vitivinicole. Siamo disponibili ad approfondire la ricerca e la conoscenza e a dialogare con il mondo ambientalista”.
È quanto sottolinea il presidente di Città del Vino (che rappresenta 430 Comuni in tutta Italia), Angelo Radica, al termine dell’incontro sul tema dell’agrivoltaico, che si è svolto a Vinitaly, con Città del Vino, con Università di Padova e Comitato tecnico scientifico “Piano regolatore Città del Vino”.
“È positivo aprire momenti di confronto per approfondire sui vantaggi e gli eventuali rischi attraverso studi e ricerche; – commenta Angelo Radica – per questo aderiamo alla ricerca dell’Università di Padova, ed intendiamo interloquire con tutte le sigle ambientaliste, oltre a CAI, WWF e Legambiente che hanno siglato un accordo. Il punto di partenza – aggiunge Radica – dovranno essere le linee guida sugli impianti agrivoltaici dal Ministero dell’Ambiente."
Coniugare la tutela del paesaggio rurale e vitivinicolo con le energie rinnovabili, in particolare con le opportunità dell’agrivoltaico. Insomma, buon paesaggio e buona energia possono coesistere?
La proposta di progetto di ricerca di Università di Padova ha già registrato il parere positivo di Città del Vino. “L’obiettivo è di avviare questo progetto, – sottolinea Catherine Dezio, paesaggista e responsabile progetto Tesaf Università di Padova - partendo dal caso studio della Valpolicella, per capire se esigenze energetiche e gli aspetti vantaggiosi che l’agrivoltaico può offrire, sono coniugabili oltre che con la produzione agricola anche con la tutela del paesaggio”.