La scelta green de Il Cortiglio: dare vita al vino senza fitofarmaci e spreco d’acqua
Produrre vino senza fitofarmaci ed altre sostanze chimiche. E senza spreco d’acqua. È il progetto ViteRes Zero nato dal partenariato tra l’impresa agricola Il Cortiglio di Francesco e Nadijra Acampora,nella qualità di capofila, l’Università del Molise come ente di ricerca e il Gal Irpinia come soggetto attuatore. Il progetto è finanziato dal Psr Campania 2014/2020 e trova in Coldiretti e nella Regione importanti punti di slancio per le best practice adottate, un modello che punta alla risoluzione di problemi legati alle carenze idriche con l’utilizzo di polimeri in grado di assorbire grandi quantità d’acqua e di rilasciarla gradualmente, quando c’è necessità. Il progetto è stato presentato per iniziativa del magazine La buona tavola di Renato Rocco, presso il mercato coperto di Campania Amica al Parco San Paolo alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura Nicola Caputo e del vicepresidente nazionale di Coldiretti Gennarino Masiello.
Per promotori dell’iniziativa alla base del progetto non solo la salute del suolo e della vite, ma soprattutto di chi consuma. Soprattutto oggi che la bolletta dell’energia e dell’acqua è salita alle stelle. In questo contesto ha rilevato Francesco Acampora, titolare dell’azienda con la moglie Nadjira, nonché numero uno di Coldiretti Avellino, “ViteresZero getta le basi per una gestione innovativa delle imprese vitivinicole basato sulla riduzione dei trattamenti fitosanitari, l’utilizzo del rame, il metodo della confusione sessuale per difendersi dall’attacco di vari fitofagi e sull’aumento della riserva idrica del terreno, a causa dell’aumento della temperatura dell’aria e la diminuzione delle piogge agronomicamente utili”.
“Il progetto è partito nei mesi scorsi in via sperimentale nella dimora dell’azienda vitivinicola biologica a Fontanarosa, nel cuore dell’Irpinia, con la raccolta delle uve per il Fiano e l’Aglianico, che punta sia alla creazione di vini a residuo zero e biologici, tutelando il consumatore finale e garantendogli la massima trasparenza in termini di qualità dell’intera filiera, sia a salvaguardare la sostenibilità del paesaggio e del territorio rurale”.
Eduardo Cagnazzi