La cucina degli Etruschi – Gastronomia in pillole a cura di Luigi Farina

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La cucina degli Etruschi – Gastronomia in pillole a cura di Luigi Farina

La cucina degli Etruschi si basava innanzi tutto sul farro la cui minestra era molto diffusa in tutte le classi sociali, così come basilare era l'uso dei legumi come lenticchie, ceci, fave. Si faceva anche uso di carne bovina, ovina, suina e di cacciagione, soprattutto di cervi e cinghiali che venivano cucinati alla brace su treppiedi e graticole o in grandi calderoni di bronzo ed erano riservati alle classi più abbienti.

I banchetti erano vere e proprie cerimonie che testimoniavano l'appartenenza sociale e non doveva mancare il pesce, visti i ritrovamenti di ami e di reti; ma certamente questo alimento era meno diffuso rispetto alla carne perché la disponibilità era decisamente inferiore.

Diffusissimo era l'uso del latte e dei suoi derivati, visto che l'allevamento degli ovini, caprini e bovini era intenso, specialmente nella parte meridionale dell'Etruria.

L'alimentazione, in tutte le classi sociali, veniva arricchita con verdura e frutta che nella buona stagione veniva seccata e perfino esportata verso la Gallia. I condimenti erano prevalentemente di origine animale, ma a partire dal secolo VII a.C. veniva prodotto anche l'olio d'oliva che era usato principalmente nell'industria degli unguenti e dei profumi, ma anche nella preparazione dei cibi.

La bevanda di base, l'unica di cui ci sono giunte testimonianze, è il vino, proveniente dalla Grecia nel corso del VIII secolo a.C., ma già dal secolo successivo prodotto in tutta l'Etruria e perfino esportato in varie regioni del Mediterraneo.

Questo vino era fortissimo e per essere bevuto, doveva essere mescolato con abbondante acqua.

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